Appunti di storia sarda :
La storia dell’uomo in Sardegna
di Giovanni Idili

 

Premessa

La rubrica che ho intitolato la Storia dell’uomo in Sardegna vuole rappresentare un contributo per la diffusione della conoscenza della storia sarda. Avrà come filo conduttore le attività che uomini e donne nel corso di millenni hanno realizzato nell’Isola.
Si tratta di un percorso tematico che vuole sviluppare gli argomenti per capitoli successivi raccontando nel modo più approfondito possibile argomenti di storia e archeologia.
Sgomberando il campo da interpretazioni il racconto, seppur orientato ad una semplificazione linguistica, non traviserà i confini della disciplina archeologica e storica così come viene lungamente promossa in ambito accademico. Non si troveranno in queste pagine riferimenti agli Shardana o alla lingua nuragica, ad esempio, perchè nell’uno nell’altro argomento, almeno allo stato attuale, hanno spazio nella comunità scientifica. Questo non vuole dire che studiosi qualificati non affrontino questi argomenti, ma solamente che in questo spazio essi non verranno trattati.
Non me ne vorrà il lettore se talvolta, al fine di esplicitare un argomento, utilizzerò termini propri del linguaggio tecnico, in tutti questi casi cercherò di spiegare il loro significato e quando non lo farò non sarà per supponenza ma per dimenticanza o pigrizia.
Gli argomenti saranno trattati secondo uno schema cronologico, dal più antico al più recente, facendo riferimento, ove occorra, a studi, libri o semplicemente siti internet.
Il materiale fotografico utilizzato non sarà di prima mano ma sarà tratto, decontestualizzandolo, da internet, citando la fonte in didascalia quando possibile e sempre a disposizione per precisazioni circa l’autore, il luogo etc. Non trattandosi di una attività a scopo di lucro non si ritiene, facendo ciò, di causare danno ma anzi di offrire un piccolo contributo alla conoscenza della nostra Isola.
Un ringraziamento va agli amici di Punto Radio che grazie all’iniziativa Medasa si pongono, tra le altre cose, di diffondere preziose informazioni sulla archeologia e storia della Sardegna. Un grazie particolare per aver pensato a me per questo compito complesso ma stimolante.
Grazie

 


 

Le prime testimonianze

Nella lunga storia degli studi sulla Sardegna si è per molto tempo confuso le informazioni riguardanti periodi più conosciuti es. la presenza fenicia e cartaginese o quella romana, con altri il cui confine storico è sempre parso labile e poco circoscritto. Anche per questo motivo fino agli anni 60 del XX secolo si ignoravano le testimonianze preistoriche più antiche ricomprendendole, quando studiate, in altri periodi. Questa modalità di lavoro ha determinato una visione degli eventi la cui vera natura è stata solo recentemente riscritta.

Oggi sappiamo che molti resti attribuiti ad un contesto, spesso quello nuragico, sono invece più antichi, prodotti in un orizzonte culturale ascrivibile pienamente alla preistoria dell’uomo.

Secondo tradizione si intende con preistoria quel periodo della storia umana non caratterizzato dalla presenza della scrittura. Poiché, almeno attualmente, la maggior parte degli studiosi ritiene la Civiltà Nuragica priva di una scrittura, si adotta per il periodo in cui questa si sviluppò il termine di protostoria.

Si tratta però di un tempo nel quale ci sono popoli che già adottano vari tipi di scrittura (es. cuneiforme, geroglifico etc.) per cui nello stesso momento non è insolito riferirsi ad un luogo, solitamente il medio-oriente, parlando di storia, ed altri, tra cui la Sardegna, dove si una il nome di protostoria.

 

Semplicisticamente possiamo ridurre tutto allo schema

Periodo

Anni

Sardegna

Età

Preistoria

7 milioni – 3200 aC (medio-oriente)

Culture della preistoria

Paleolitico, Mesolitico, Neolitico, Età del Rame, Bronzo Antico

Protostoria

1800 – IX sec a.C.

Civiltà Nuragica

Bronzo Antico, Medio, Recente e Finale, Età del Ferro

Storia

Dal VIII sec a.C.

Civiltà Fenicia e successive

Ognuno di questi argomenti verrà sviluppato e puntualizzato ampiamente in altre sezioni di questa rubrica.


Come accade in molte parti del Mediterraneo, le prime testimonianze umane si riducono agli strumenti prodotti dall’uomo e dispersi nel terreno.

A partire dagli inizi degli anni ottanta in Anglona una serie fortunata di ritrovamenti permette di stabilire con certezza che i primi gruppi umani giungono nell’Isola già a partire dal Paleolitico Inferiore.

 

Il Paleolitico (Paleo=antico e lithos=pietra) “età della pietra antica” è caratterizzato nel pianeta dalla produzione di strumenti in pietra, cosiddetta INDUSTRIA LITICA. Si tratta in origine di rozzi strumenti per la rottura di ossa e tendini, e successivamente di arnesi sempre più sofisticati.

Sulla base delle lavorazioni effettuate e di analisi condotte sugli insediamenti si suole suddividere il Paleolitico in tre fasi successive:

Paleolitico Inferiore (2.5 milioni di anni – 120 mila anni)
Paleolitico Medio (300/120 mila a seconda delle aree – 40/35 mila)
Paleolitico Superiore (40 mila – 10 mila)

Gli strumenti in selce (tipo di pietra vulcanica che non va confusa con l’ossidiana) rinvenuti in Sardegna si suddividono in raschiatoi, bulini (per incidere), denticolati (cioè provvisti di denti). Si tratta per lo più di pietre utilizzate per la macellazione. Pur non avendo altre informazioni archeologiche in merito, questo ritrovamento ha permesso di datare l’arrivo dell’uomo nell’Isola già a partire da 250 mila anni fa. La datazione è stata fatta sulla base della lavorazione che richiama una tecnica di scheggiatura della Clactoniano.

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Strumenti litici recuperati in Anglona (Comuni di Perfugas, Martis e Laerru) Foto da lamiasardegna.it

Ricostruzione grafica da antiqui.it

 

Un caso interessante, è il ritrovamento fatto da un gruppo di speleologi nella grotta Nurighe a Cheremule (Ss) (vd sito dedicato www.nurighe.it). Le ispezioni della cavità iniziate già agli inizi degli anni novanta, dovevano servire per la stesura di una mappa topografica.

In una delle sale più grandi gli esploratori scoprirono un tesoro di ossa animali alcune riferibili all’ormai estinto megaceros cazioti (un tipo di cervide di grandi dimensioni).

La scoperta che fra tutte fece sensazione fu il ritrovamento, tra le centinaia di reperti, di una falange ritenuta umana. Visto il processo vulcanico che ha chiuso la grotta per sempre e che può essere datato 250 mila anni fa, il piccolo osso rappresenterebbe la prima testimonianza umana rinvenuta ad oggi nell’Isola.

 

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Il giacimento di ossa all’interno della Grotta Nurighe.
Foto da lamiasardegna.it

La falange recuperata nella Grotta Nurighe.
Foto lamiasardegna.it

  Purtroppo quella che sembrava una scoperta destinata a entrare di diritto nella Storia dell’uomo in Sardegna, ad una più attenta analisi si è rivelata essere qualcosa di diverso. La comparazione con resti analoghi da altre parti del mondo ha permesso di stabilire con buona approssimazione che i resti appartengono non alla specie umana ad altro animale probabilmente un grosso rapace come il grifone o l’avvoltoio monaco.

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Il grifone, rapace dalla notevole dimensioni.
Foto da meteoweb.eu

Avvoltoio monaco.
Foto dal sito scuolafaunistica.it

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