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Scrivevo non tanto tempo fa: “Che dire poi dell’arte narrativa di Eliano Cau? Una bella scrittura, forte e maschile, moderna ma che guarda alla bella prosa, quella consolidata dai grandi romanzieri della tradizione. Una scrittura ricercata che mi è subito piaciuta con la sua scelta di termini mai banali e di frasi d’effetto visivo e mentale. Amo, come mia consuetudine, l’alternarsi di periodi lunghi ad altri, brevi e spezzati, di effetto sonoro. La letteratura diventa così anche musicalità e poesia”. E ancora: “nel panorama di una ricca letteratura di autori sardi contemporanei consiglio la sua lettura”.

Sinceramente ho aspettato,  prima di fare questa intervista, di poter leggere un suo nuovo romanzo pubblicato. Ma ciò, purtroppo, non è ancora avvenuto, pur sapendo che da tempo una sua opera aspetta la pubblicazione.

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D – Le chiedo: perché? Mi permetto di dire – e qui mi espongo come raramente faccio nelle mie interviste – che mi sono un stancata di leggere tanti romanzi di autori sardi, pubblicati anche da grandi case editrici, che poco offrono al mio spirito…
RNon so, Pia. Il fatto che alcuni miei inediti proposti a medi e grandi editori non siano stati ancora accolti non riesco a spiegarmelo. Le storie sono congrue, accattivanti, e la scrittura è quella che dipinge lei con le sue parole introduttive. Una scrittura senza tempo, la definisco io. Misteri dell’editoria…1

D – Lei presenzia in Sardegna alla presentazione di molti autori, alcuni giovani ed emergenti, con uno spirito di grande passione e, al contempo, di umiltà intellettuale. Perché lo fa?
RPerché amo l’impegno intellettuale, la militanza culturale ove ci sia possibilità di esprimere la mia opinione sul momento presente e sul senso della scrittura oggi. Presentare altri autori mi dà l’opportunità di incontrare tanti lettori: degli altri e miei, e di tenere sempre vivo il legame con chi mi sostiene e ama la narrativa.

D –  Conoscendo il suo spessore da esperto le chiedo se è possibile oggi parlare di narrativa sarda.
R –  “… Sì rade volte, Padre, se ne coglie…” come avrebbe detto Dante. Sì, è possibile, ma solo per alcuni autori, pochini pochini, bravi, tenaci e umili.

D – Ma Eliano Cau scrittore chi è?
R – È un poeta, forse, e uno scrittore: uno scrittore poeta che vuole tentare di cogliere il senso ultimo delle cose a partire dalle storie di ieri e dalle storie di oggi. Anche se resterà impubblicato.

D – Cosa significa letteratura, per lei?
RLetteratura per me significa molto. Se uno vive e partecipa attivamente alla vita sociale e ama scrivere, la letteratura gli si presenta, “in fieri”, ogni giorno sotto gli occhi. Io scrivo da sempre e faccio diventare segno e suono ciò che osservo e di cui sono testimone col sole o con la luna. Invento storie figlie della Storia, uso metafore temporali e naturalistiche per tentare di dar voce a chi non ne ha mai avuto, colore alle anime esangui. La letteratura è questo, per me: uno sprazzo di luce nella tenebra.


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Biografia:

Eliano Cau è nato a Neoneli (OR) nel 1951 e attualmente vive a Sorgono (NU), dove per tutta la vita ha insegnato Lettere. Fra i sui romanzi Dove vanno le nuvole (2001), Adelasia del Sinis (2004), Per le mute vie (2008), Un giorno una vita (2011).

 

 

 

Pia Deidda per Medasa.it

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