Le bardane

La bardana di Ussassai del 1896


Lo studioso Umberto Cardia definisce la bardana come: un’irruzione nelle pianure di popolazioni montanare delle Barbagie, mosse dal bisogno di pascoli e di cereali, spedizioni che sottendono tattica e strategia di guerra e non vanno semplicisticamente interpretate come operazioni di rapina.

Sino alla fine dell’Ottocento, i banditi sardi praticavano la cosiddetta “bardana”, che era un gravissimo atto di brigantaggio pressoché esclusivo della Sardegna. Consisteva, come ricorda Federico Ghiani, nell’invasione di un paese ad opera di alcune decine di banditi a cavallo, che scendevano per l’occasione dalle montagne e mettevano a ferro e fuoco il centro abitato. A volte le spedizioni erano composte da 20, 30, 50 fino a 100 persone, e non sempre i componenti appartenevano allo stesso paese, anzi spesso provenivano da paesi anche molto lontani tra loro. Ben organizzati e determinati, seguendo precisi ordini, i vari gruppi si concentravano sul calar della notte nei dintorni del villaggio per poi muovere all’assalto sparando e uccidendo. Mentre assediavano la caserma dei carabinieri, gruppi scelti attaccavano le case delle vittime designate, di solito i vittime già predestinate, che i grassatori ben conoscevano, i maggiorenti, e le famiglie più ricche del villaggio. L’azione si concludeva con la fuga e ognuno rientrava nella propria casa dopo aver spartito il bottino.

Questo reato era reso possibile dall’assoluta assenza delle istituzioni statali e dalla mancanza di autentica salvaguardia per la popolazione civile. Lo strapotere dei banditi era forte e riconosciuto persino dai benestanti, nel mentre i piccoli nuclei di carabinieri qua e là presenti potevano fare davvero poco. All’inizio del Novecento, le bardane venivano sostituite, con il graduale rafforzamento delle istituzioni, con gli assalti alle auto ed alle corriere.


 

La bardana di Ussassaicasa begliuti

Anche Ussàssai, nonostante non fosse un paese tradizionalmente ricco subì pure lui una bardana, ma verso una sola persona abbiente del paese e non contro tutti i maggiorenti, come succedeva di solito nelle altre occasioni. Nel luglio 1894, il quotidiano “L’Unione Sarda”, riporta  l’articolo in prima pagina scritto dall’anonimo corrispondente di Seui, della bardana di Ussàssai.CASA-MUSEO BEGLIUTI...ingresso anteriore dalla cantina....sulla via della sapienza...

“… nella notte tra il 23 e il 24 corrente … nel vicino paesello di Ussassai da una banda armata composta di oltre trenta persone è stata consumata una grassazione a danno del denaroso Lai Caredda Salvatore, detto Prete Lai (Predi Lai), al quale è stata tolta una piccola parte del denaro che aveva, £. 4.500 in biglietti, oltre £ 14.000 in cambiali e altri titoli di credito ed il registro dei creditori diversi. Il Lai, vecchio di ottanta anni, assieme alla moglie ha opposto resistenza ed entrambi sono stati gravemente feriti, specialmente il Lai, da una palla al petto e si dispera di salvarlo. sono stati anche martirizzati con delle punture di lesina per costringerli a confessare dove tenevano il danaro…”

L’autorità giudiziaria e i carabinieri guidati dal tenente di Isili, si recarono prontamente sul posto per le constatazioni di legge e le indagini dopo qualche giorno portarono all’arresto di un arzanese. Ma non ci sono informazioni riguardo alla sorte del Lai Caredda e neanche riguardo al recupero del bottino o all’individuazione degli altri membri della banda.

Come succede, a volte, anche oggi, le indagini non proseguirono più di tanto, tutto finì nel dimenticatoio e la bardana contro il ricco ussassese rimase un… caso giudiziario …irrisolto

 

Paolo Concu per Medasa.it

[sc:concu]

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