Trovare continuamente soluzioni argute per arginare il fenomeno dell’abbandono precoce. La FIN Sardegna ci sta lavorando assiduamente e da quando Danilo Russu ha preso in mano il timone del Comitato, si è fatto il possibile anche su questo campo, grazie anche all’efficiente contributo del suo staff.

Il presidente FIN Sardegna Danilo Russu

L’invenzione di due rappresentative sarde è l’ultima acuta intuizione che a giorni diventerà realtà. Ad inaugurarla saranno i nuotatori appartenenti alla categoria Juniores che dal 7 al 9 febbraio saranno impegnati a Vibo Valentia (Calabria) in un meeting in cui sfideranno i pari età padroni di casa.

Dal 21 al 23 febbraio spetterà invece alla selezione Cadetti/ Senior che volerà a Torino per cimentarsi in un week end agonistico di sicuro molto istruttivo.

Questo è solo un punto di partenza perché le due iniziative avranno un seguito a giugno quando, presumibilmente a Olbia, le rappresentative isolane, calabre e abruzzesi, a cui si aggiungerà la categoria Ragazzi, avranno la grande occasione di misurarsi con la Nazionale Italiana nuoto velocisti, specializzata in distanze corte.

Per non cadere in facili tranelli, il consigliere regionale preposto al settore Nuoto, Domenico Elia (vedere intervista in basso) precisa da subito che le due rappresentative non vanno confuse con quelle istituzionali che da tradizione partecipano a manifestazioni previste dal calendario agonistico come il Trofei delle Regioni.

Nel bel mezzo di una gara

Per la trasferta calabra i convocati saranno seguiti dai tecnici Angela Locci (Frog) e Mauro Coni (Esperia).

Di seguito i nomi degli atleti: Enrico Angioni (Sport Full Time Sassari), Ludovico Bertelli (Promogest Quartu S. Elena), Samuele Congia, Kevin Pinna (Antares Iglesias), Leonardo Congiu (Sport Er Sassari), Sofia Dubois (Esperia Cagliari), Filippo Girau, Lorenzo Porcu (Rari Nantes Cagliari), Alice Maggioni (Green Alghero), Gianluca Russu (Olbia Nuoto), Francesca Zucca (Frog Cagliari).

Alla spedizione piemontese, coordinata dai tecnici Pierluigi Salis (Sport Full Time) e Marco Cara (Esperia), parteciperanno Anna Conti, Enrico Pusceddu, Francesca Sechi (Sport Full Time), Chiara Demontis (Esperia), Massimo Lai, Lorenzo Puddu (Promogest), Enrico Manzoni (Sport Er), Giacomo Piras (Atlantide Elmas).

C’è un criterio essenziale alla base delle scelte: individuare i più “grandetti” d’età affinché non perdano gli stimoli per proseguire nell’attività agonistica. Questo perché in Sardegna, diversamente da ciò che accade in altre parti d’Italia, le possibilità di confronto sono più complesse, causa spostamenti, e pertanto peccano di continuità.

Con tale iniziativa il comitato sardo non pretende di ottenere grandi risultati, ma i nuotatori più esperti possono dare l’esempio ai più piccoli.

DOMENICO ELIA: “INTENSIFICARE I RAPPORTI CON LO STIVALE PUO’ FRENARE LA FUGA DALLE PISCINE”

In tanti la pensano come lui. Domenico Elia, sassarese verace, consigliere regionale FIN e responsabile del settore Nuoto, ha provato sulla sua pelle cosa voglia dire crescere facendo sport. Ha nuotato assiduamente dai sette ai sedici anni, ma quel giro non l’ha mai abbandonato. Nonostante l’inevitabile crisi adolescenziale che è riuscito a superare per mancanza di alternative. “Fino a 16 anni e mezzo – ricorda il consigliere – sono stato sempre chiuso in piscina. Per tre mesi avevo deciso di abbandonarla e per ripiego uscivo in Piazza Italia. Tutte le sere, puntualmente mi domandavo: e ora cosa faccio? Mi sentivo, è proprio il caso di dirlo, un pesce fuor d’acqua. Dopodiché sono tornato sui miei passi. Non smetterò mai di ringraziare chi mi ha dato la possibilità di trattenermi in questo mondo, intensificando le mie conoscenze sulla disciplina; cresci in maniera diversa e vedi le cose in un altro modo”.

Il Consigliere FIN Sardegna Domenico Elia

Passione che stai mettendo al servizio della Federazione

In consiglio siamo tutti nuotatori che arrivati ad una certa età hanno deciso di smettere. Questo perché ci si rendeva conto che ricevere nuovi stimoli era assai complicato. Il fatto che il comitato possa pianificare la partecipazione ad un meeting, facendosi carico di tutti i costi, sicuramente è un aspetto che dà immagine e garantisce nuove prospettive ai ragazzi.

Fondamentale è stata la sinergia con gli altri comitati

Sicuramente. Quello calabro è più o meno allo stesso nostro livello. Ciò facilita l’organizzazione di questi eventi. Penso che tale iniziativa sarà molto arricchente anche per i tecnici e gli accompagnatori coinvolti.

Come valuti il movimento attuale?

I numeri sono bassi e vogliamo che siano incrementati. Piano, piano ci stiamo riuscendo. Il comitato come sempre è di supporto alle attività delle singole società, però è ovvio che le attrici principali sono loro.

Come si concreta il tuo lavoro all’interno del Comitato?

La stesura del calendario è la parte più facile perché segue uno standard ben definito. Inoltre, facciamo in modo che lo svolgimento delle gare sia in sintonia con le regole, imposte dalla federazione, che via, via sono state modificate nel corso degli ultimi anni. Difficile invece è riuscire a coinvolgere più ragazzi possibili, perché il nuoto, ribadisco, è uno sport abbastanza sacrificante. E nella nostra regione questo aspetto viene amplificato dalla carenza di impianti.

Ma non c’é Terramaini?

La piscina cagliaritana è di valore incommensurabile e non smetteremo mai di ringraziare la municipalità per avercela messa a disposizione. Speriamo al più presto di avviare un proficuo dialogo con la nuova amministrazione affinché siano sempre meno impegnativi i passaggi burocratici per il suo utilizzo.

Al nord è tutto più semplice?

Intanto ci sono meno tesserati e quindi le poche piscine possono bastare. Per l’organizzazione delle manifestazioni spesso utilizziamo quella di Lu Fangazzu, gestita dalla mia società, la Garden Sport Center. Ma l’iter delle autorizzazioni è decisamente meno macchinoso.

L’impianto sassarese di Lu Fangazzu

Che tipo di stagione sarà quella del nuoto 2020?

Direi impegnativa perché oltre alle gare classiche ne abbiamo aggiunto altre per garantirne almeno una al mese. Tutto va incastrato anche con il calendario dei campionati italiani che comunque coinvolge tutte le società sarde. Per i Nazionali di categoria si contano solitamente una ventina di presenze isolane, mentre per gli Assoluti solo 4/5 atleti riescono ad accedervi. Questo perché a livello mondiale siamo una realtà forte e quindi si tende ad essere molto selettivi.

A parte tutto i vivai funzionano bene?

Si, grazie ai sacrifici e all’impegno delle società e dei loro tecnici che portano avanti un movimento molto difficile da gestire per una serie di motivi. Primo fra tutti: i bambini sono sempre di meno. Inoltre, c’è una competizione tra tanti sport, a cui si aggiunge la lievitazione dei costi per l’utilizzo delle strutture e quelli di trasferta. Per fortuna esistono i dirigenti, solitamente ex nuotatori, che continuano a ravvivare il movimento per pura passione.

Intanto i raduni Tokyo e Topolino rappresentano dei movimenti molto frequentati..

Infatti, sempre grazie agli sforzi delle società che restano fondamentali. Sono interessanti perché si registra sempre un’ampia adesione da tutta l’isola. E’ una buona base per avere dei validi agonisti in futuro. A questi livelli, tendenzialmente, a me interessa più la partecipazione che il risultato.

Un bel colpo d’occhio di Lu Fangazzu

La tua soddisfazione maggiore in tanti anni di attività?

L’essere arrivato tra le prime dieci società in serie A con la Sport Full Time Sassari grazie al supporto importante del nostro vivaio. Allo stesso tempo coinvolgemmo molti senior. E’ stato un impegno importante, durato un paio d’anni. Quando si sta all’interno di un bell’ambiente possono succedere anche di queste cose.

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