La faccia oscura della Luna (dedicata con affetto ad un’amica che sta male):
Bruna


 

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La telefonata la sveglio’ bruscamente.
Aveva lavorato tutta la mattina senza fermarsi un attimo e si era concessa un sonnellino dopo pranzo, ma il telefono aveva interrotto un sogno vivido che avrebbe voluto riacchiappare chiudendo gli occhi.
La voce risuonava chiara. Era bassa, controllata, gentile, quasi affettuosa.
L’Azienda…con la A maiuscola rimarcata con forza…era in difficoltà, ne avevano parlato anche con la sede centrale, a Milano, e bisognava far quadrare i bilanci. La voce mantenne lo stesso tono anche quando disse che la sua collaborazione…si’, la chiamo’ così, anche se era una dirigente da dieci anni…non era più necessaria. Fu quasi materna quando le sussurro’ che le dispiaceva di dover rinunciare alla sua riconosciuta professionalità, ma le leggi di mercato erano impietose…sapeva che avrebbe capito. Le avrebbero pagato un indennizzo…più o meno tre anni di stipendio…naturalmente avrebbe potuto rinunciare all’accordo…ma allora le cose, anche se con profondo dispiacere dell’Azienda, avrebbero preso una piega sgradevole e avrebbe deciso il tribunale, magari dopo dieci anni…

zzzzzLa Tagliatrice di Teste chiuse la telefonata con un cordiale…buona fortuna…e Bruna ricordo’ d’un tratto di averla conosciuta in una delle tante riunioni…una donna bellissima, elegante, di classe, perfettamente, gelidamente aderente alla figura della donna rampante…odiosa come Meryl Streep nei panni di Miranda Priestley in “Il diavolo veste Prada” o come George Clooney, che nel film “Tra le nuvole” è Ryan Bingham, un head-chopper che gira l’America licenziando per conto terzi.
Bruna non avrebbe mai pensato che potessero esistere dei boia in divisa Armani, dei Sanson in gonnella e che potesse toccare proprio a lei di esserne vittima …le sembrava di sentire la sua testa spiccata dal busto, come nelle raffigurazioni dei decapitati di Place de la Nation, a Parigi…un’esecuzione indolore, come diceva il dottor Guillotin, inventore del meccanismo che avrebbe spento la vita a ventimila poveracci spesso innocenti…la testa vola con una sensazione di fresco sul collo…ma Bruna non ricordava che nessuno dei giustiziati avesse potuto esprime un parere in proposito.

Bruna si sentiva svuotata, con una leggera nausea…non capi’ subito di essere stata cancellata dall’azienda con una semplice, gentile telefonata…non rientrava più nei progetti della direzione lontana, in un’altra città…era una semplice cifra anomala nella matematica aziendale…per lei la partita doppia si chiedeva nella colonna delle passività. Era uno scarto della produzione, rimossa con un colpo deciso di mano…una mosca allontanata con fastidio dalla mensa che per anni aveva contribuito ad arricchire.
Aveva interrotto per pochi secondi la tagliatrice di teste, che parlava come se fosse una voce registrata…scusi, ma non sarebbe possibile restare magari con una mansione più modesta…no, signora, si e’ deciso a Milano, il suo lavoro non rientra più nei nostri progetti…
Non era un licenziamento, ma un’esecuzione capitale.
La sera trascorse in un’atmosfera di disagio e incredulità.
Riascoltava mentalmente la telefonata e sentiva un sottile senso di colpa. Forse non era più al passo con i tempi, aveva forse dato la sensazione di essere inadeguata al suo ruolo…si’, certo, era colpa sua…però, Dio santo, avrebbero potuto almeno prendere in considerazione che non era più così giovane, che difficilmente avrebbe trovato un altro lavoro…sapevano che aveva figli ancora piccoli e che suo marito era un insegnante di liceo e che quindi non nuotavano nell’oro…
Si sentiva umiliata, l’avevano cacciata come un mendicante.
Come avrebbe potuto dirlo a suo marito…
La notte si sveglio’, d’un tratto. E capi’.
L’avevano fatta fuori perché nell’ultima riunione aveva espresso dubbi su un’operazione finanziaria che presentava alcuni aspetti torbidi se non di velata corruzione. Si voleva mettere in difficoltà un’azienda concorrente sottraendole fette di mercato con metodi a dir poco scorretti…uno strano dieci per cento offerto a misteriosi dirigenti di un gruppo collegato a quell’azienda……e lei aveva detto di no. Poi l’operazione era passata e lei aveva sentito il gelo intorno. E da quel momento, diavolo, era stata progressivamente tenuta all’oscuro di successive operazioni. Ma il suo lavoro era continuato senza intoppi e la Direzione le aveva espresso più volte la sua soddisfazione. Era un piano preparato con cura…semplice, la cacciavano perché non aveva ubbidito alla logica aziendale, col garbo del cobra che addenta la preda.ggggg
Era ormai sveglia, e l’umiliazione iniziale si era tramutata in rabbia.
Miserabili, ma il tempo e’ galantuomo. L’avrebbero pagata e non avrebbe regalato a quei tagliatori di teste neppure un secondo di disistima e di autocommiserazione.
Mario le dormiva accanto e quando senti’ i suoi singhiozzi accese la luce preoccupato…stai male…no, no, ma non avevo il coraggio di dirti che mi hanno cacciata dal posto di lavoro…ma come, perché, sei una delle più breve nel tuo settore, sai che ti dico? Non ti meritano…
La mattina uscì di casa come una furia. Aveva chiesto a Mario di accompagnare i bambini a scuola e alle otto e mezzo era già in Azienda. Impiego’ pochi minuti a portare via le sue cose da quello che per quindici anni era stato il suo ufficio. Uscì prima dell’ipocrita cerimonia degli addii, dei sorrisi di prammatica, delle frasi fatte.
Si sedette in un angolo appartato del suo bar abituale e penso’ a lungo. Fece l’elenco delle Aziende che potevano essere interessate al suo lavoro. Poi fece alcune telefonate. Non conto’ i…non e’ possibile…che ingrati…eh, non eri fatta per loro…
Non fu chiamata da nessuno. Si rese conto che nessuno avrebbe osato sfidare la forza della sua vecchia Azienda e l’arroganza dei suoi padroni.
Poi una sera, Mario le disse di prepararsi per andare fuori a cena. E mentre lei lo guardava con aria interrogativa…non c’era nulla da festeggiare…le diede un numero da richiamare al più presto.
L’economia e’ strana e contraddittoria. Non per caso in quel campo prendono il Nobel studiosi che sulle dinamiche economiche la pensano in modo radicalmente contrario.
Bruna sorrideva ai suoi colleghi seduti accanto a lei da una parte del tavolo.
Di fronte sedevano gli esponenti della sua vecchia Azienda, che negli ultimi tre anni era crollata sul mercato ed era stata acquisita per un pugno di danaro dal suo gruppo, in cui lei si era inserita da subito ai più alti livelli.
Parlo’ con pacatezza. Illustro’ l’esigenza di operare una revisione delle spese, di ripensare ad alcuni investimenti e di razionalizzare l’assetto dell’Azienda appena acquisita.
Erano tempo difficili e avrebbe dovuto operare con equità dei tagli dolorosi, ma obbligati.
L’ascoltavano in silenzio.
Era elegante, e sentiva di essere ammirata e forse temuta.
Aveva al collo una sottilissima e aderentissima collana rossa, una striscia netta che accarezzava il profilo bellissimo del suo collo… come quella che usavano le dame francesi in epoca napoleonica, per ricordare ed esorcizzare il taglio della ghigliottina.
Di fronte a lei, la Tagliateste la guardava pallida, quasi ipnotizzata da quel segno rosso.
Uscendo, Bruna le rivolse un sorriso cordiale, quasi affettuoso…Signora, credo che lei riceverà presto una mia telefonata…

 

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