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  • Nuova avventura sociale per gli atleti speciali della Polisportiva Olimpia Onlus. Per un mese quattro atleti della associazione Matteo Frau, Roberto Musa, Alessandro Vacca eJessica Lisieri, saranno impegnati in un interessante progetto sperimentale denominato “Lascialo Pulito” che avrà l’obiettivo di favorire l’integrazione sociale e nello stesso tempo di sensibilizzare la popolazione a mantenere pulito l’ambiente. Il progetto Lascialo pulito – che sarà realizzato in collaborazione con le cooperative sociali Teatreuropa, Il Germoglio e Blue Service – ha infatti quattro linee di indirizzo: ristabilire la centralità della persona e della sua famiglia attraverso la presa in carico del singolo; attivare percorsi personalizzati per i soggetti più deboli; promuovere, sperimentare e implementare progetti, azioni innovative e buone prassi che possano favorirne l’accesso al lavoro; infine potenziare le collaborazioni con le cooperative sociali di tipo B sperimentando nuove forme di interazione al fine di favorire una maggiore ricettività dei lavoratori disabili e infine, ma non da ultimo, garantire una maggiore collaborazione con gli enti accreditati al lavoro e alla formazione per favorire i processi di transizione tra scuola e lavoro.

 

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Il progetto Lascialo Pulito

 

14729090_10209465885356701_7869352322928256257_n“Il progetto Lascialo Pulito è una nuova scommessa sulle capacità sociali e d’integrazione dei nostri atleti”, spiega il tutor dei ragazzi Carlo Mascia, presidente della Polisportiva Olimpiache da più di vent’anni si occupa dell’inserimento nel tessuto sociale dei ragazzi diversamente abili attraverso diversi progetti di sensibilizzazione.

La Polisportiva Olimpia effettuerà per un mese il servizio sperimentale all’interno del Cimitero di Quartu Sant’ Elena, dalle 9 alle 12 nei giorni di martedi, giovedi e sabato, con lo scopo di far socializzare i ragazzi diversamente abili al fine di farli interagire con i frequentatori del cimitero.

Infatti, con l’avvicinarsi del 1° novembre, ricorrenza della commemorazione dei defunti, i ragazzi della Polisportiva saranno ben visibili all’interno del cimitero grazie alle loro felpe con la scritta “LASCIALO PULITO” e cercheranno di sensibilizzare le tantissime persone che affolleranno la struttura quartese a un comportamento corretto sotto il profilo dell’igiene pubblica e della pulizia. “L’esperienza europea nelle attività sociali – conclude Mascia – ha evidenziato come questi servizi forniti dalle cooperative sociali funzionano e dimostrano di essere un’eccellenza anche a livello regionale”.




Carlo Mascia: dall’Aias all’Olimpia

carlo mascia

Siamo agli inizi degli anni Novanta. Carlo Mascia è un educatore specializzato che lavora alla sede Aias di Cortoghiana. Operando ogni giorno con i ragazzi disabili il giovane educatore si rende conto che l’assistenza prestata dall’istituto non è adatta ai casi di disabilità mentale più grave e rischia di non dare risposte a molti giovani pazienti. Per questo inizia a pensare a qualche alternativa. Il presidente dell’istituto in cui lavora gli dà carta bianca per dimostrare che anche lo sport può essere un mezzo efficace di integrazione e sostegno per persone con disabilità mentale.

Qualche anno dopo Mascia decide di fondare insieme ad un manipolo di volontari laPolisportiva Olimpia Onlus che avvia alla prima attività sportiva per disabili mentali nel Sulcis Iglesiente: si comincia con le lezioni di nuoto per quattro atleti speciali.

In Sardegna siamo ancora all’anno zero, eppure sin dagli anni Sessanta negli Stati Uniti lo sport viene utilizzato come strumento di integrazione sociale e difesa dei diritti umani. Venuto a conoscenza della realtà statunitense, siamo nel 1999, Mascia decide di partire per il North Carolina dove assiste ai 10th Special Olympics World Summer Games che schierano 7mila atleti provenienti da oltre 150 nazioni.

E’ un’esperienza fortissima. In quell’occasione Mascia entra in contatto con Eunice Mary Kennedy Shriver, pioniera della lotta alle disabilità mentali attraverso lo sport, che nel 1962 aveva fondato il Camp Shriver che due anni dopo si è evoluto negli Special Olympics.

 Lo sport è uno strumento eccezionale per sconfiggere la disabilità intellettiva

Dopo la trasferta statunitense la Polisportiva Olimpia Onlus inizia a lavorare per diffondere lamission della Special Olympics in tutta la Sardegna, riuscendo, nel maggio 2013, ad organizzare a Cagliari e Villasimius i Giochi Nazionali Special Olympics con la partecipazione di circa 600 atleti, 60 tecnici e dirigenti, 300 volontari, 40 giudici e arbitri, accompagnatori e familiari provenienti da tutta Italia. E’ un successone!

carlo mascia

In questi anni la Polisportiva Olimpia, che – è bene dirlo – è rimasta comunque una piccola onlus che combatte quotidianamente per trovare i proventi per finanziare le sue iniziative, ha cercato di operare soprattutto nei piccoli centri della Sardegna, laddove non c’è molta possibilità di offrire agli atleti speciali strutture e attrezzature sportive adatte.

Nel 2014 avviene la scissione dalla Special Olympics. Pur riconoscendosi ancora nell’idea di base del Movimento Special Olympics International, Carlo Mascia e la Polisportiva Olimpia Onlus si staccano dalla Special Olympics Italia per alcune divergenze sulle modalità organizzative e operative nel territorio sardo.

“Non mi stancherò mai di sostenere la nascita di nuove polisportive autonome legate al proprio territorio, in quanto meglio di tutte possono operare essendone partecipi nel quotidiano – scriveva Mascia sul sito dell’associazione –. Sono sempre più convinto della necessità di un ruolo autonomo di coordinazione per la Sardegna soprattutto quando questo ha a che fare con i bisogni delle persone. Ogni persona è unica e irripetibile con i propri bisogni, a maggior ragione in tema di disabilità intellettiva: l’integrazione presuppone il coinvolgimento della persona nel territorio del suo vissuto quotidiano e non sporadicamente in occasione di qualche meeting nazionale. Continuerò a perseguire attraverso la Polisportiva Olimpia ONLUS la diffusione della pratica sportiva quale strumento d’integrazione sociale con lo stesso entusiasmo di sempre e con sempre maggiore consapevolezza che il vero cambiamento sociale può avvenire solo sul territorio e attraverso il territorio con il coinvolgimento attivo delle persone, atleti, famiglie, volontari e istituzioni”.

Olimpia pulmino

Quello che non è venuto meno in tutti questi anni di attività è il grande entusiasmo con cui vengono affrontati i mille impegni quotidiani degli atleti speciali che, in alcune occasioni si sono improvvisati cuochi, fotografi, giornalisti e anche attori di un cortometraggio diretto da Jacopo Cullin e con la partecipazione di Gigi Riva. Con il suo pulmino giallo e verde Carlo Mascia, insieme agli altri dirigenti della polisportiva, in primo luogo il presidente della Olimpia – Sarrabus Severino Urrai, svolge tutti i giorni il ruolo chiave di accompagnare gli atleti nelle varie strutture per partecipare alle attività sportive.

L’attività sportiva è un’occasione imprescindibile per poter vivere pienamente la vita di una persona a prescindere dalle comuni etichette di normodotato o disabile – spiega Mascia -: è uno stile di vita che coinvolge positivamente volontari, famigliari e tutte le persone della comunità. Il nostro lavoro – aggiunge – si concentra nell’organizzare attività sportive per persone con disabilità intellettive di tutte le età, dalla prima infanzia agli ultra settantenni. In questi anni abbiamo lavorato a tanti progetti che hanno abbracciato tutti i tipi di sport riconosciuti dal Coni: nuoto, calcio, atletica leggera, basket, bowling, bocce, triathlon, golf. Ma anche sci nautico, vela e immersioni subacquee”.

Olimpia rally

E’ di pochi giorni fa la notizia che il pilota di rally Antonio De Felice,  vincitore di tante gare nazionali e internazionali, quest’anno gareggerà con il logo della Polisportiva Olimpia del Sulcis, di Cagliari e del Sarrabus sulla sua automobile.  “Dopo il Rally di Cagliari e di Monza un altro bel regalo per i nostri magnifici atleti”, commenta con entusiasmo Carlo Mascia. “Con la cultura dello sport si possono abbattere e vincere molte barriere che rendono difficile l’inserimento all’interno del tessuto sociale delle persone con disabilità. Con lo sport si vince”

Tratto da BlogSocial.com

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