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Suggestioni 

Le istituzioni. 

Viviamo di simboli. Che sono più incisivi di mille discorsi e di tanti libri
voluminosi.
Basta un drappo colorato, un campanile stilizzato, un disegno su un manifesto
per far scattare il senso di appartenenza ad una Nazione, ad un paese, ad un
partito.
E a far nascere sentimenti profondi, emozioni, impegno sociale, discussioni
animate.
Un simbolo trascina, fa battere il cuore, fa sperare e incita alla lotta.
E assume un valore universale, come la luce del sole che illumina e riscalda.
Un simbolo e' la vita, la fede incrollabile, il cuore pulsante del passato e del
futuro.
Può essere la Croce dei cristiani, simbolo di infamia diventato segno di
riscatto e di pietà…può essere la bandiera nera degli islamisti del califfato,
emblema di un ritorno ai valori di una religione primitiva che nega
l'umanità…può essere lo stemma della tua squadra del cuore sulla quale ogni
discussione e' vana, basta la fede…
E quando un simbolo delude, quando si offusca e perde la purezza delle origini,
allora muore una parte di noi e ci troviamo attoniti, sconcertati…orfani degli
ideali che credevamo eterni.
Pensando a questa terribile sofferenza che accompagna la fine dei sogni, delle
utopie, provai un senso di solidale comprensione quando nel 1989 cadde il
comunismo e con esso gli ideali di chi aveva creduto in un mondo nuovo ispirato
al socialismo. Era un'esperienza storica che aveva provocato milioni di morti,
ma stavo dalla parte di chi aveva sognato una pace nuova, una dignità ritrovata
sotto la bandiera del riscatto degli umili.
Come se mi avessero detto…kastia ka Gesù Cristu non est mai esistiu…da
cattolico mi sarei sentito privato dei miei valori, della mia educazione…un
uomo infelice senza storia.

Oggi, nessuno ha certezze incrollabili.
Fino a pochi anni fa l'apprezzamento per il Presidente della repubblica sfiorava
il plebiscito…seguivano la Chiesa, la magistratura…e per ultima il sindacato
e la politica, ma non e' una novità e devo dire che la loro posizione in
classifica e' più che meritata.
Anche le forze  dell'ordine erano ai primi posti, specialmente i carabinieri e,
con piccoli scostamenti numerici, la polizia…colpa delle barzellette che
rendono umana l'Arma e più vicina alla gente, mentre i poliziotti appaiono più
ruvidi, prepotenti, forse inquietanti.
Anche io ero tra gli estimatori delle forze dell'ordine…fino a
quando…sentite…

Avevo già fatto tre volte il giro del mercato di san Benedetto e di parcheggio
neppure l'ombra. Era un sabato mattino dell'aprile 1999… lo ricordo bene
perché pochi giorni prima ero stato nominato assessore in provincia…quindi un
sabato di normale confusione…ressa ai box, macchine in doppia fila, gente
esasperata, clacson assordanti…finalmente un ragazzo senegalese mi indica un
posto libero….minima manovra e sono a posto. Mia moglie scende, ma la vedo
allarmata mentre sento bussare al finestrino…insistente, aggressivo. Un tipo
invelenito aspetta che scenda e mi assale…lei deve spostarsi, c'ero prima
io…no guardi, lei non c'era, se ci fosse stato questo ragazzo le avrebbe
indicato il posto, non ha nessuna ragione per preferirla a me…no, io ero qui e
lei mi ha fregato il posto e comunque scenda altrimenti le faccio la
contravvenzione…e mi sbandiera davanti agli occhi un tesserino da
poliziotto…si, come nei peggiori film polizieschi americani.
Mia moglie era tornata suoi suoi passi e mi racconto' tutto. Ero diventato
pallido dall'ira…oh, ma che bello, abbiamo un poliziotto che intimidisce un
cittadino abusando del suo potere…adesso chiamo i carabinieri e vediamo cosa
succede.
Gli avevo ghermito la spalla perché non scappasse e trafficavo con una sola mano
col telefonino…lui si divincolò…mi scusi, forse c'è un equivoco…no, lei e'
solo un volgare prepotente, se ne vada e si vergogni…
Ancora oggi, descrivendo la scena sento un nodo allo stomaco e un senso di
nausea. 

Erano carabinieri invece, quelli che infersero altri colpi ai simboli in cui
credevo.
Dalla veranda avevo notato un gruppo di ragazzi che spingeva una  Volvo proprio
sotto casa, guardandosi intorno con fare circospetto…topi d'auto, nessun
dubbio. La notte facilitava il loro crimine e sembravano non aver fretta. Chiamo
i carabinieri…ma e' sicuro? Arriviamo subito…non arrivarono mai e quei
ladruncoli dopo una mezzoretta mollarono la macchina in mezzo alla carreggiata
in piena curva e per ore sentii le frenate delle auto che cercavano di evitare
quell'ostacolo improvviso.
La cosa mi scandalizzo' e non poco anche se i carabinieri me ne avevano
combinata una gravissima quando avevo sedici  anni. Come vi ho già detto più
volte, per farmi stare buono sia Peppina mi minacciava…t'accapiu su
maresciallu a sa porta…e io vissi per anni convinto che su maresciallu fosse
un cane morsicatore legato a catena corta, non una cagnetta mite come la mia
Romigedda…poi ne conobbi uno, in carne ed ossa, molto più temibile di un cane
fonnese. Dei ladri erano entrati in buttega di  babbo facendo incetta di
caramelle e di pochi spiccioli e il brigadiere si convinse che io potessi
conoscere i ladruncoli. Mi torchio' come un criminale e provai la delusione di
non potermi fidare di un uomo in divisa…proprio li', dove avrei dovuto
sentirmi protetto, potevo essere accusato di colpe inesistenti…e magari
maltrattato, come siu Peppinu, pestato proprio in caserma dopo che, vedendo
sfilare i fascisti in camicia nera, li aveva scherniti…mih, sas crabas…
Vedendo che non tornavo a pranzo, mio padre andò in caserma e per poco non
prendeva a schiaffi il militare…gli disse che era fuori strada…perché se ci
fosse stato mio figlio non avrebbe certo rinunciato a portarsi via il barattolo
di Supercrema e qualche confezione di latte Nestle'…e poi quella notte aveva
dormito a Museddu in barracca…io ero così impaurito e confuso che non avevo
pensato a dirlo.
La storia fece ridere s'areu, ma per un po' non mangiai caramelle e se vedevo un
carabiniere mi veniva l'allergia…perché ero sicuro che non mi avevano
creduto…

Poi feci pace con l'Arma quando cominciai a fare politica e in tempi di scontri
feroci tra i partiti potevo fare  i comizi solo protetto dai carabinieri; e
quando un appuntato si adopero' per evitare la gogna mediatica di un arresto
pubblico a dei poveracci, che si consegnarono volontariamente in carcere, prima
della cattura teatrale già pronta.
E feci pace con la polizia quando mi fermo' a Villaputzu il giorno che andavo a
Ierzu a prendere possesso della condotta. Avevo una 500 nocciola, come quasi
tutte d'altronde, non in perfette condizioni e dopo il controllo dei documenti
il militare mi guardo' sornione…vedo che lei e' un medico…allora ero tanto
orgoglioso di esserlo da mettere il contrassegno sul parabrezza, poi lo tolsi
perché attirava troppo l'attenzione dei ladri alla ricerca di ricettari da usare
a scopi criminosi…vedo che lei e' un medico, ma scusi non si vergogna di
andare in giro con questo catorcio, un faro cieco, le frecce moribonde e le
ruote tutte lisce…vero ma sa, comincio a lavorare domani mattina e non ho
potuto metterla a posto…va bene, vada, guardi che questa macchina e'
pericolosa, una trappola e rischia una denuncia dalla famiglia Agnelli per
offesa al marchio…
Un mese dopo mi fermarono nuovamente e caso volle che mi controllasse il
poliziotto di prima…esamino' la macchina, poi  mi rivolse un sorriso
divertito…dottore, vedo che ha incassato il primo stipendio, vada vada
e…buona fortuna.
Chissà, ho avuto una vita dignitosa, in fin dei conti…sta' a vedere che quel
poliziotto mi ha portato veramente fortuna…

 

Tonino Serra.

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