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Giuseppe Amato nasce a Nuoro il 6 novembre
1981. E’ cresciuto a Sarule, piccolo paese della
Barbagia, dove risiede tuttora con sua moglie e i
suoi due figli.
Dopo aver cambiato vari lavori dal fabbro al
muratore, passando per la cucina, è arrivato alla
pietra, iniziando a che fare prima con lo scalpellino per rivestimenti di case, per poi passare a lavorare per una marmeria.
Qui si è trovato subito a suo agio e immediatamente ha preso confidenza con gli attrezzi del mestiere cercando sempre di migliorarsi e, grazie anche ai lavori particolari che gli venivano commissionati (quasi sempre arte funeraria), ha iniziato ad affinare la sua mano specializzandosi in basso rilievi su granito e nella riproduzione di piccoli oggetti come lampade e tavolini cercando di perfezionare dettagli e dimensione delle sue opere.


Cenni critici dell’operato artistico

Il pamaMaestro Pamato, ha una sorprendente capacità
di utilizzare il marmo, elemento duro, freddo,
arido, per creare le sue opere che invece sono vive,
emozionali, plastiche e che riflettono tutto il suo
talento di artista completo con un range
d’ispirazioni che praticamente non ha limiti
temporali o stilistici.
Quest’arco di tempo di creazione artistica inizia
con i primitivi, con lavori che ci riportano indietro
nell’archetipo mitologico e che paradossalmente ha
contatti metafisici con l’arte contemporanea
attraverso l’espressività romantica, quella
impressionista fino ad arrivare alla concezione
surreale del pensiero di Dalì.
Le opere del Maestro Pamato che si rifanno alle
sculture antiche, alla civiltà neolitica sono delle
stupefacenti immagini, dei feticci, legati ad una
tradizione culturale incredibilmente comune a
tutte le etnie primitive di tutto il Mondo.

a cura di Giancarlo Alù.


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Redazione Medasa

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