Il 21 novembre si è celebrata la giornata nazionale degli alberi. La nostra cultura letteraria, poetica e pittorica da sempre ha volto lo sguardo al mondo della natura e al creato. Si è nutrita sia dell’Antico Testamento che del nuovo, di Teocrito padre della poesia bucolica, di Virgilio con le sue Georgiche e Bucoliche, della filosofia Lucreziana atomistica e del Cantico delle Creature di San Francesco, ecc. La Creazione e la Natura hanno portato l’uomo a domandarsi della sua esistenza e  spesso a porsi in visioni antropocentriche dove troppo frequentemente si è arrogato il potere di dominio su di essa, dimenticando che si è parti del tutto in questo insieme misterioso che si chiama vita. Le scienze attuali e le tecnologie ed i nuovi pensieri della fisica contemporanea ci rimarcano che nessun essere vivente è isolato dall’altro. Ogni elemento, da quello minerale, vegetale e animale è in relazione simbiotica. Nessuno e niente è solo. Si è un tutto, un insieme di elementi che appelliamo con il lessema ecosistema.  Dipingiamo gli animali, le farfalle, il sole e gli alberi e i fiori. Ci vestiamo con abiti floreali e colorati, ma spesso siamo smemori che osservare la natura, viverla con coscienza ed ascoltarla con riflessione tra i canti degli uccelli, l’animo si riveste di sentimenti e vitalità armoniosa. Gli scrittori, i poeti, i pittori e musicisti attraverso l’arte han sempre cercato di esprimerne l’essenza evocando le muse perché in essa vi è lo spirito divino dell’esistenza stessa del pianeta. Vi è una profezia del popolo nativo Cree degli Stati Uniti d’America che afferma: “Solo dopo che l’ultimo albero sarà abbattuto, solo dopo che l’ultimo fiume sarà stato avvelenato, solo dopo che l’ultimo pesce sarà stato catturato, soltanto allora scoprirai che il danaro non si mangia”.  Vi è in molte culture nord europee e mondiali l’usanza del piantare un albero alla nascita di un bambino. Nella cultura ebraica si festeggia il “ Tu Bishvat ” il capodanno degli alberi, nel quale si insegna ai bambini il rispetto della natura e si piantano alberi. Ed ancora con le parole di Michelangelo Pira da Sos Sinnos: “Su chi cheglio narrere est chi vinamentas sas piantas intendene a mod’issoro e distinghene e risponnene a sos cambiamentos de su tempus: distinghene sa luche dae s’iscuru, s’abba dae su sole, su ventu dae su pasu. La natura ci ascolta, le piante e gli alberi vivono e ci inviano profumi  e ossigeno per i nostri aliti vitali. Piero Marras canta con le parole di Paulu Pillonca “ su nuscu ‘e s’armidda, a su leare est unu bonu ampàru: s’ammento e sa ‘idda deo gai l’intendo finamente prus giaru”, per il quale Proust scriveva, proprio in relazione a ciò, che attraverso i profumi e l’aria che respiriamo si forma la nostra memoria olfattiva, i nostri ricordi e la nostra cultura. Ma uno dei versi poetici più profondi del pensiero cristiano lo si ritrova nella composizione del 1226 di un umile poverello frate di Assisi: “Laudato sii, o mio Signore, per nostra Madre Terra, la quale ci sostenta e governa e produce diversi frutti con coloriti fiori ed erba”. Immaginare un mondo arido, una terra bruciata, una landa desolata ci rattrista il cuore, perché nel verde colore degli alberi alberga il sorriso e la serenità dell’uomo. Radio Alter on The Road Communications ha voluto incontrare il sindaco della Città di Quartu Sant’Elena, Graziano Milia, durante la piantumazione e la Festa degli Alberi, alla quale hanno partecipato cittadini e  moltissime scolaresche accompagnate dalle loro insegnanti che con impegno didattico e pedagogico hanno preparato i propri discenti con profonda professionalità e sincera dedizione, sensibili al messaggio educativo e formativo degli alunni.

Siamo in un periodo in cui il pianeta Terra soffre sia per i cambi climatici che per l’inquinamento. Lei oggi con la sua Giunta comunale ha portato avanti questa operazione di insegnamento e di educazione e sensibilizzazione della popolazione di  piantare gli alberi. Come è nata questa iniziativa e il perché il Comune di Quartu Sant’Elena si impegna su questo fronte?

Il Comune di Quartu Sant’Elena non è la prima volta che si impegna. Ho fatto il sindaco un’altra volta e allora esisteva la Festa degli Alberi.  Poi credo che in questi anni sia andata un poco perdendosi. È importante riprenderla perché credo che a noi tutti ormai sia chiaro. Avantieri si è chiuso il vertice mondiale sull’emergenza climatica, dove noi abbiamo bisogno di emettere meno sostanze nocive nell’atmosfera, come la componente CO2. Insieme abbiamo bisogno di abbattere queste sostanze in modo più semplice e naturale che è piantare alberi. Il nostro obiettivo è piantare 700 alberi l’anno per un triennio, e ciò significa abbattere il CO2 per 140 tonnellate l’anno,  420 in tre anni. Credo che tale pensiero debba entrare nella mente di tutti. Occorre fare qualcosa. I nostri ragazzi e le nuove generazioni ce lo chiedono in continuazione. Ce lo chiedono! I cambiamenti climatici non sono frutto di una casualità. È un qualcosa che noi abbiamo generato. E quindi è un qualcosa a cui noi dobbiamo porre rimedio.

La nostra generazione degli sessanta e settanta ha consumato un poco e forse ci è mancata questa educazione. Si è visto che attualmente in grandi città e metropoli come New York e tantissime altre che la popolazione sta prendendo coscienza e sensibilizzando sia nel piantare alberi e creando degli orti nelle loro verande, terrazze e case. Si potrebbe fare anche una campagna di questo tipo per i balconi della nostra città?

Sono tutte cose che abbiamo in cantiere e che abbiamo in animo di fare. Proprio in cantiere e che troveranno realizzazione. Io ne approfitto per ricordare che in quello che sta accadendo c’è una responsabilità individuale anche in ognuno di noi.  Non so se sappiamo che in Italia abbiamo un numero di autovetture che per famiglia è di due se non addirittura tre. Si pensi solo se in ogni famiglia cinese ci fossero due o tre autovetture che cosa accadrebbe. Quindi che dire? Dobbiamo metterci anche qualcosa di nostro.

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