Il 29 agosto l’artista Frankie Hi-Nrg presenterà la sua ultima produzione artistica, “Faccio la mia cosa”, all’Opera Beach Arena di Quartu Sant’Elena. Frankie Hi-Nrg, la storia del rap e dell’Hip-Hop italiano più sincero e più profondo, sia a livello artistico che stilistico, porterà in scena un suo monologo, ripercorrendo non solo momenti del proprio vissuto, ma intercalando momenti musicali e video proiezioni che sicuramente non deluderanno il pubblico presente per l’impegno e la solida ed elevata statura culturale dell’arte di Frankie Hi-Nrg. L’artista ha gentilmente risposto alle nostre domande in relazione alla sua arte ed alla sua ultima produzione. Prodotto da “Materie Prime Circolari” e scritto e diretto da Frankie Hi-Nrg, l’artista accompagnerà il pubblico nel ripercorrere momenti salienti della storia contemporanea.

Lei ha scritto in una sua produzione “Verba Manent”. Sembra che ci sia in questo titolo quasi un paradosso ironico con la forma del rap che richiama all’oralità, mentre invece Verba Manent riporta ad una scrittura.

No perché sarebbe Scripta Manent. È proprio la convalida della permanenza della tradizione orale. Verba sono le parole dette, Scripta sono le parole scritte.

C’è sempre sta una forma di antagonismo tra l’oralità e la scrittura, dove l’oralità ha un’importanza rispetto alla scrittura.

Diciamo che l’oralità precede la scrittura quindi per questo ha un primato nei confronti della scrittura.

Lei ha recitato in latino un testo di Plinio il Giovane. Trova una differenza con alcuni suoi lavori che hanno una certa consistenza e un contenuto e anche classico rispetto ad oggi e a un rap va verso una strada del trash?

Io posso parlare soltanto della mia musica. E la mia musica ha una linea che diciamo negli ultimi trent’anni si è contraddistinta per un determinato stile. Poi su quello che altri possono decidere di fare non mi riguarda fino a un certo punto.

C’è posto per tutti, diciamo.

No, non sto dicendo che c’è posto per tutti. Sto dicendo che posso parlare del posto che occupo io, non di quello che occupano gli altri.

Lei ha lavorato nel cinema. Come ha vissuto questa esperienza rispetto al mondo della musica? Sono due arti differenti o sono consorelle?

Sono arti differenti ed difficile anche stabilirne le differenze. È come fare la differenza tra la cucina e l’arredamento.

Lei ha scritto due testi molto interessanti per lo Zecchino D’Oro, “Zombi vegetariano” e “ Gualtiero dei mestieri”. Anche se sono canzoni per bambini possiedono dei contenuti importanti e sensibili. Come è nato questo progetto dello scrivere delle canzoni per i minori?

Dall’esigenza di rendere un po’ più ampia e di allargare l’espressività della mia scrittura, con l’obiettivo di potere raccontare temi che normalmente si pensa che dai bambini non possono essere compresi. Mentre in realtà esiste la dimostrazione che basta usare le parole giuste e i bambini capiscono tutto. Diceva Piero Angela che non esiste nulla che non può essere spiegato ad un bambino.

“Faccio la mia cosa”, non è un concerto, non è una produzione cinematografica ma è un monologo interiore accompagnato da dei musicisti?

No, no. Non è affatto accompagnato da musicisti. È un monologo teatrale. Cioè è un racconto orale fatto al pubblico con della musica che è registrata, con dei video anch’essi registrati, ma sul palco ci sono solo io ed una mia produzione.

Come è nata questa produzione? L’ha ispirata il suo vissuto cinematografico?

No. Io ho scritto un libro: “Faccio la mia cosa” in cui declino i temi dello spettacolo in maniera molto più ampia. Un libro di duecento pagine. Però la spigliatezza e la agevolezza con la quale si affronta la lettura in questo mio libro, mi hanno agevolmente spinto al desiderio di portare in scena, e quindi, a chi non avesse ancora letto il mio libro, questo tipo di racconto.  Ed ecco che è nato il monologo teatrale.

C’è un sogno di Francesco di Gesù e uno di Frankie Hi-Nrg?

Coincidendo le due persone i sogni sono i medesimi.

Se c’è un sogno ce lo può raccontare o rimane segreto?

Rimangono segreti. I sogni sono confinati alle lenzuola come i segreti più importanti.

Se incontriamo gli extraterrestri con quali tipo di linguaggio lei comunicherebbe?

Il linguaggio del corpo. La gestualità. Perché ci si capisce molto meglio con i gesti che con le parole.

Foto di Damiano Andreotti

 

 

 

in collaborazione LA VIA DEL COLLEGIO/ IMPRESSIONI

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