Monaco, antropologo, teologo, studioso e ricercatore Guidalberto Bormolini è stato ospite della settima edizione del LEI festival svoltosi l’11 dicembre al Teatro Doglio a Cagliari. Molto apprezzato ed applauditissimo il suo intervento in relazione all’ “Arte della Meditazione”, Guidalberto Bormolini ha accompagnato il pubblico presente in un excursus sui vari pensieri spirituali e religiosi in relazione non solo alla meditazione, ma anche al desiderio di Infinito che si compie nel danzare e respirare con l’Infinito.

Oggi ci ha narrato del suo incontro con il mondo scientifico, come Stefano Mancuso, in relazione alla meditazione. La meditazione è anche capire la interrelazione che viviamo con il pianeta e e che poi sarebbe la creazione.

Dentro di noi c’è l’eco di tutto ciò che esiste nel cosmo. Sole, luna, stelle, acque, mare e terra. Questa è la preparazione che fanno tutte le grandi scuole spirituali, ma anche i Padri della Chiesa. Se uno fa meditazione e pensa egoisticamente solo a sé stesso ha smesso di fare meditazione. Se uno fa meditazione deve entrare in relazione con gli altri e con tutto il pianeta. Io penso con stupore oggi che ci sia tanta confusione quando la meditazione è uno strumento di benessere superficiale. L benessere è una cosa bella. Star bene anche per un cristiano il discorso della montagna, nessuno deve stare male. Però il benessere che appartiene al discorso consumistico non appartiene alla meditazione.

Oggi lei ha parlato di tutte le culture che posseggono questa riflessione sulla Creazione, come ad esempio quelle amerindie che credono nella Pachamama o la Mapu, la Madre Terra, questo pianeta vivente che ci sostiene e ci alimenta. Perciò hanno già insito nella loro cosmo visione che è insito lo spirito delle acque , dei venti, degli alberi, ecc. Noi occidentali abbiamo forse perso questo rispetto per la Creazione stessa?

I Padri della Chiesa dicevano che tutta la Natura è animata da presenze vivificanti e spirituali. Possiamo chiamarli Angeli della Natura. C’è un Angelo dell’acqua,c’è un Angelo delle piante, ecc. Questo è un pensiero che la tradizione cristiana conosceva bene. Per cui fa tristezza vedere che abbiamo perduto un patrimonio così prezioso, e,  la incapacità di relazionarsi con la parte vivente di tutto ciò che ci circonda. Purtroppo il pianeta lo sfruttiamo e basta.  Da un certo punto di vista, c’è stato questo grande scienziato gesuita Pierre Teilhard de Chardin che purtroppo non fu all’epoca capito a livello ecclesiale, lui diceva di fatto, riprendendo i Padri della Chiesa, Dio incarnandosi nell’essere umano, che è un microcosmo, attraverso l’essere umano raggiunge tutto il Cosmo. Per cui  c’è un mistero dentro la Natura.  Non possiamo ignorarlo.

Lei ha collaborato con tanti musicisti. In molte culture, come il popolo dei Kauli, che vive in Papua Nuova Guinea nella foresta pluviale, non esiste la parola o il concetto di musica come la intendiamo noi nel vecchio continente. IL loro concetto sonoro di musica è invece porsi in relazione con il canto degli uccelli,  con i venti della foresta, ecc. Lei come si pone in relazione con i suoi amici musicisti ?

In realtà in tantissimi miti la Creazione è un fatto musicale. C’è un Creatore che canta ed esistono le cose. Per cui dentro nella Natura c’è il canto del Creatore, di chi ha cantato le origini. Quando tu canti il tuo canto interiore, il Mantra, l’Invocazione, la preghiera del cuore, i tanti nomi di dirlo, il Cosmo risponde. Questa è una cosa molto importante. Per cui un musicista è un musicista quando è artista e non quando genera un prodotto di consumo la cui finalità principale è la vendibilità e le vendite, ma quando risponde al canto della Creazione con il proprio canto. Ecco questa è la relazione che ho avuto con parecchi artisti e proprio intorno a questo., quando gli riconosco che partecipano a questo canto cosmico con il loro canto e con il dono che loro fanno agli altri.

Ultima domanda in relazione alla lingua. Se Dio si fece verbo, perciò è suono, e noi percepiamo attraverso l’udito o le frequenze vibrazionali per chi non è udente, nella lingua ebraica ogni lettera dell’alfabeto ha un significato sacro. Abbiamo perso anche il significato della nostra lingua e del nostro parlare?

Non c’è dubbio. I simboli oggi sono capiti in modo molto ottuso e troppo psicologizzante. Il simbolo agisce di per sé; la parola creatrice agisce di per sé; le lettere hanno una forza evocativa e rimandano alla parola divina e noi ci siamo staccati da questa fonte. Per cui la nostra parola è profanata. Oggi diciamo “pace”, come dice il Salmo, “le loro labbra dicono pace, ma nel cuore hanno la guerra”. È quello che succede sul piano internazionale. Tutti parlano di pace. Ne parlano i russi, ne parlano gli americani, ne parlano gli ucraini, però si ammazzano e usano le armi. Io non sto dalla parte di nessuno, sono contro tutti quelli che fanno la guerra, sia ben chiaro, tutti. Perciò bisogna capire che la parola è creatrice e che l’Upanishad, un testo sacro indiano dice “noi diventiamo ciò che pensiamo”, ma secondo me oltre a questo la realtà intorno a noi diventa ciò che diciamo. Il Vangelo dice addirittura che “risponderemo ad ogni parola pronunciata”. Allora il potente crea.

Ultimissima domanda: la sua esperienza con il grande Franco Battiato?

Io e lui abbiamo collaborato sul tema della vita e della morte. Ho fatto un documentario con lui. Ho partecipato a questo documentario e da l’ abbiamo lavorato su questi temi. Con lui non ho avuto una collaborazione musicale, ma su temi di spiritualità ed una forte amicizia.

 

 

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