Radio Alter nacque negli anni 1970 ed in omaggio a questa radio cagliaritana negli anni 1990 e 2000 con Antonio Piludu ritornammo sulla scena radiofonica isolana, varcando il mare e le nostre coste. Attraverso i diversi reportage in Europa dal nostro “ Trasmettitore Piludiano”, in casa Piludu a Pirri, con la trasmissione Radio Alter on The Road Communications, diventando in seguito un libro edito in Spagna e Italia,  abbiamo collaborato a Barcellona con “Radio Chango” che trasmetteva nel web in 5 lingue, incluso il Giappone. Abbiamo incontrato artisti della scena italiana e mondiale. Abbiamo viaggiato in sud America, Messico, Cile, Argentina e Bolivia intervistando artisti ed intellettuali, personaggi di grande levatura intellettuale, dal Dalai Lama, il Rinponche e il premio Nobel Adolfo Pérez Esquivel. Abbiamo sostenuto Manu Chao ed il jazz internazionale.  Riprendiamo i nostri reportage on the road da Alba, in provincia di Cuneo, nelle bellissime langhe piemontesi.  Non potevamo mancare al concerto al Duomo di Alba di “Spirituality” la più interessante produzione discografica italiana di questi ultimi tempi in relazione ai testi  con la più ricercata ed alta espressione  tecnica contemporanea per ciò che concerne l’incontro tra l’elemento elettronico  e musicale strumentale. Radio Alter on the Road Communications riprende ad informare attraverso i suoi reportage culturali ed abbiamo scelto proprio “Spirituality” perché necessitiamo di buone vibrazioni e nutrimenti dell’anima in questi tempi che ci bombardano di frequenze e notizie destabilizzanti. L’incontro con Juri Camisasca e Rosario Di Bella è stato emozionante ed istruttivo. La loro semplicità e disponibilità disarmante, come solo e sempre i grandi ti sanno trasmettere. Radio Alter on the Road communications vuole “compartir”, come si dice in spagnolo, “condividere”, con i nostri lettori queste emozioni e conversazioni ed informare, perché l’arte di “Spirituality” è anche trasmissione  dei vissuti umani e riflessioni esistenziali dei propri tempi.

 

Juri Camisasca inizia nel 1974 la collaborazione con Franco Battiato che prosegue fino ad oggi, per il quale ha prestato la sua voce, testi e scritture e musiche, sia nei cori che nei lavori dell’artista siciliano. Famose le sue collaborazioni con Alfredo Cohen, Giuni Russo, Alice e tantissimi artisti della scena musicale rock e pop italiana.

Juri “Spirituality” è l’incontro diciamo non solo di una filosofia che richiama ai grandi temi della Patristica e Scolastica, ma vi è anche ad uno sguardo all’India …

Sì, intanto bisogna distinguere tra religione e spiritualità. Quindi le religioni sono tante, la spiritualità è una. È la ricerca della propria interiorità, della propria quiete interiore. L’India, io sono sempre rimasto affascinato dall’India, perché quando parlo della “Luce dell’India” , parlo dell’ “Upanishad”, della “Bhagavad gita”, parlo dei “Veda”, parlo dei “Rishi”, dei grandi asceti e per me è questa la luce dell’India, ed è un omaggio che io ho fatto all’India perché in realtà la cultura indiana mi ha dato veramente molto sul piano della ricerca interiore.

Vi è una tua canzone che mi ha fatto riflettere non un giorno ma per tanto tempo, ed è “ Se incontri il Buddha”. In reazione a ciò l’ho messa in relazione ad un’esperienza mia personale di un incontro con il Dalai Lama e i suoi monaci, alle danze loro sacre di retaggio sciamanico, e “uccidi il Buddha” e per questo retaggio sciamanico?

Uccidi il Buddha intanto è un aforisma Zen. Viene dallo Zen. Loro ti dicono “ se incontri il Buddha per la strada uccidilo”. Rimani scioccato!

Si proprio come ne sono rimasta io. Scioccata!

Questo perché secondo la tradizione Zen, se tu vedi un Buddha, non è il vero Buddha perché il vero Buddha è quello che hai dentro di te. Quello che c’è all’esterno è una tua proiezione. Il vero Buddha è dentro di te. Ecco perché ti dicono di ucciderlo. Perché è sempre uno sdoppiamento della mente, capisci. Secondo la filosofia orientale dello Zen, la “Verità”, “Tu sei il Tempio della Verità”. Non devi andare a cercare qualcun altro.

Io avevo immaginato questa frase come un retaggio archeologico allo stesso modo di un ebraismo e di una visione plastica semitica arcaica di quando rappresentava la divinità con statuette . Ho pensato a questo in una evoluzione di pensiero.

In questo caso uccidere il Buddha significa uccidere la dualità, perché in realtà la Verità e Una. Tutti noi siamo Emanazione dell’Unica Verità.

 

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