Immersione a Capo Monte Santo

Immersione a Capo Monte Santo

Sardegna: si scrive mare e si legge subacquea. L’immaginario collettivo corre verso caldi tramonti, stagliati sul mare o incisi tra i monti (perché queste sono le peculiarità di un isola).

Tramonti messi in movimento da stanchi gabbiani che, a fine giornata, solcano il cielo o da lente barche che veleggiano verso tranquille baie o rientrano in accoglienti porti turistici. Ma se vi dicessi che questo rappresenta appena il 15% delle bellezze che la Sardegna ha da offrire? “Pazzo! Solo un pazzo, che non conosce la Sardegna potrebbe pronunciare un’assurdità tale!” ecco cosa mi risponderebbe chi ama la mia isola ma che non la conosce veramente “a fondo”.

Ho trascorso circa 15 anni della mia vita lavorando, a vario titolo, nel mercato della subacquea ricreativa. Mi sono immerso da professionista in molti mari e in diversi oceani. Mi sono “accabbussato” (nda: “immerso”) in quelli che vengono ritenuti i “paradisi per subacquei”. Ho vissuto da privilegiato, sfoggiando ad increduli turisti di passaggio, il mio “ufficio”  sulla barriera corallina con la scrivania ad appena 1,5 mt sul livello del mare, con tartarughe e delfini che passavano sotto la finestra della mia stanza da letto (e qui ancora mi piace tirarmela moooltisssimo per questo fatto!). Eppure, quando più o meno regolarmente, rientravo in Sardegna e mi immergevo nelle acque che mi hanno convinto a voler scoprire cosa Nettuno avesse in mente quando si occupò di disegnare i fondali della mia terra natia….ebbene il confronto era ancora degno di sfida!!

 In almeno due o tre circostanze mi sono immerso in luoghi definiti: “L’immersione piu bella del mondo”, oppure “La prima tra le dieci immersioni più belle del mondo” e, a parte l’ovvia considerazione che se è la più bella del mondo deve necessariamente essere una sola e non ce ne possono essere altre quattro o cinque, comunque sia, la grotta di “Acituan” la “Secca del Papa” o quella “Del Carosello” e la grotta di “Nereo” (o “Del Nereo”, come molti di voi già staranno obbiettando!!) evidentemente erano luoghi sconosciuti a coloro i quali stilavano queste sedicenti classifiche.

Se non siete tra quelli affetti da una strana malattia tropicale nota come “esterofilia”, non c’è motivo alcuno di snobbare il fondali e le immersioni della Sardegna a vantaggio di mari tropicali o di esclusivi atolli nei mari più lontani. Capisco che molti di voi non mi conoscono e che la fiducia è una merce rara, ma se avrete la voglia di seguirmi, e se fin qui siete arrivati  questo mi lascia ben sperare, in futuro vi racconterò di immersioni e di aneddoti con l’intento di condividere con voi quello che mi ha portato in giro per il mondo, sempre con l’orgoglio di essere Sardo di dirlo a testa alta e di non dimenticare mai l’origine della mia passione e la passione per le mie origini.

Vi racconterò curiose storie di strane ricerche subacquee, vi descriverò luoghi di immersione sardi e di come siano stati scoperti. Leggerete di strani personaggi, uno tra tutti: “Buzzico”, del quale non svelerò l’identità, ma del quale racconterò attitudini e abitudini. Di come sia costretto a trattare la muta con vernici antivegetative per sopravvivere, ancora oggi, a lunghe ore di immersione per stupire con il fascino dei fondali sardi ignari turisti che titubanti si affidano a lui per approcciare la subacquea ricreativa. Leggerete anche di quando l’ottico gli sbagliò gli occhiali……ma questa è un’altra storia.

La prossima volta scriverò del relitto del “Levante”, della sua collocazione e del suo tragico naufragio. Vi racconterò anche la storia del nipote del cuoco di bordo e di un incredibile ritrovamento. Alla prossima….a si biri.

Print Friendly, PDF & Email