La terza città della Sardegna è a misura d’uomo con disabilità? Secondo i ragazzini che frequentano la scuola media (3^C ) ad indirizzo sportivo Porcu – Satta di Quartu S. Elena sarebbero necessari alcuni lavoretti per rimuovere qualche ostacolo di troppo.

Lo dimostreranno mercoledì 30 gennaio 2019, alle 10:00, presso l’auditorium della scuola in via Turati, quando alla presenza del primo cittadino quartese Stefano Delunas e delle assessore comunali Maria Lucia Baire (Sport e Cultura) e Elisabetta Cossu (Pubblica istruzione) proietteranno un video da loro confezionato nell’ambito del progetto scolastico promosso dal CIP Sardegna, dal titolo Agitamus. Con loro assisterà alla rappresentazione anche il commissario straordinario del CIP Sardegna Paolo Poddighe. Sul banco dei relatori si alterneranno il dirigente scolastico del Porcu – Satta Vincenzo Pisano, il coordinatore regionale del MIUR Marco Uselli e il coordinatore provinciale Antonio Murgia. Per l’area sportiva oltre agli atleti paralimpici che hanno partecipato alle lezioni, presenzierà il presidente della FITeT (Federazione Italiana Tennistavolo) Sardegna Simone Carrucciu.

Gli scolari hanno coperto il tracciato che dalla loro scuola porta al Municipio, a bordo di una carrozzina, scoprendo la non adeguata presenza di scivoli, il manto stradale non uniforme e rilevando addirittura cassette per l’invio della posta posizionate ad altezze proibitive.

Durante l’incontro anche gli alunni della scuola elementare (5^C) esporranno alla platea i risultati di un’esperienza che come già accaduto in altre quattro istituti comprensivi sardi (Santu Lussurgiu, Sassari, Nuoro, Porto Torres) porterà sicuramente a sommovimenti interiori non indifferenti sulla loro visione futura di chi deve faticare più degli altri per raggiungere un obiettivo.

Prime sensazioni a bordo di una carrozzina

Nel plesso campidanese, coordinate dal referente Ignazio Mulas hanno lavorato le insegnanti Maria Grazia Arba e Silvia Cortis, con la supervisione ovviamente dell’ideatore Manolo Cattari confrontatosi con le scolaresche assieme alla sua aiutante Monica Pirina e con l’importante contributo di Marco Pinna che segue attentamente i rapporti tra CIP e universo scolastico isolano.

Si discute prima degli esercizi

“L’Istituto comprensivo Porcu-Satta si impegna, attraverso l’indirizzo sportivo, nel promuovere l’importanza delle discipline paralimpiche”. Così il docente del Porcu-Satta Ignazio Mulas che mette sul piatto dell’offerta formativa anche altre esperienze che il suo istituto orgogliosamente promuove: “Siamo fieri di partecipare ad un’iniziativa con l’Unità Spinale Unipolare di Cagliari grazie all’interessamento della responsabile Giuliana Campus. Lo scopo è favorire la prevenzione degli incidenti scaturiti, sovente, dalla stoltezza umana che arriva a mettere in grave pericolo la propria vita e quella degli altri. Inoltre ci distinguiamo per l’organizzazione di convegni su tematiche inerenti varie forme di disabilità. A breve ne organizzeremo uno sull’importanza di una scuola aperta e inclusiva. Inviteremo diverse persone con disabilità intenzionate a dialogare con la platea sul loro modus vivendi. Sono sicuro che saranno capaci di scuotere i nostri frequentanti”.

E anche nel corso dei cinque incontri dedicati ad Agitamus i ragazzi del plesso quartese hanno potuto beneficiare di un’autentica scuola di vita.

“La 3^ C dell’indirizzo sportivo è stata molto attenta – continua Mulas – acquisendo consapevolezza sui temi trattati e rivisitando nei giorni successivi le lezioni tenute da Manolo Cattari”.

La quinta elementare ha riprodotto le stesse modalità. Inoltre i bambini della scuola media inferiore hanno preparato una lezione fingendo che i loro più piccoli compagni di avventura fossero non vedenti.

Si gioca a torball

“Gli insegnamenti di Manolo sono stati molto interessanti – ha concluso Ignazio Mulas – e la sua bravura è indiscutibile; i ragazzi hanno recepito le vere difficoltà che le persone con disabilità hanno, prendendone coscienza, mutando il loro modo di comportarsi a scuola. Agitamus è un progetto molto importante che riproporremmo il prossimo anno. E’ essenziale trasmettere un messaggio di assoluta parità tra gli individui”.


a-dx-la-campionessa-di-nuoto-paralimpico-Francesca-Secci-mostra-alcuni-esercizi

Fondamentale è stata la visita degli atleti paralimpici che si sono calati perfettamente nel progetto. La campionessa del mondo FISDIR di atletica Chiara Statzu, la nuotatrice paralimpica Francesca Secci, entrambe della società Sa.Spo. Cagliari, il giocatore di tennistavolo in carrozzina del Tennistavolo Quartu Daniel Catalin Maris si sono prestati completamente all’esperimento rispondendo anche a domande quasi irriverenti: si sono sentiti talmente a loro agio che in realtà le titubanze iniziali sono state completamente cancellate.

Manolo Cattari spiega gli esercizi sulla fiducia

KATIA PILIA FELICE PER CHIARA STATZU: DA QUESTI INCONTRI TROVERA’ NUOVI STIMOLI

E’ balzata agli onori della cronaca grazie al suo exploit ai mondiali portoghesi per atleti con sindrome di Down. Chiara Statzu da Marrubiu, atleta Sa.Spo. Cagliari ha sventolato più volte tricolore e quattro mori dopo aver vinto e polverizzato il record mondiale degli 800 metri piani nella categoria Mosaico.

Assieme alla sua allenatrice Katia Pilia, laureata in Scienze Motorie ed attualmente insegnante di sostegno, è stata invitata al Porcu – Satta per sottoporsi alle domande sia degli alunni della primaria, sia dei più grandicelli di terza media.

Katia Pilia e Chiara Statzu

Da quei brevi istanti di dialogo si è capito che la campionessa, nonostante sia molto riservata e poco avvezza ai palcoscenici, ha una proprietà di linguaggio sviluppata e dai concetti espressi, oggetto di profonde riflessioni, tutti hanno capito che il suo quoziente intellettivo è piuttosto alto.

“Sono molto contenta che le sia stata proposta una esperienza di questo tipo – afferma Katia Pilia – perché parlare di sé stessi e del proprio percorso non è mai semplice. E nel caso di Chiara è risultata molto utile per sbloccarsi dalla timidezza. Io conosco tutte le sue potenzialità, sa anche scrivere e disegnare molto bene, ma è importante che queste cose le faccia uscire fuori.

Come ti sei sentita in quegli istanti?

E’ stato molto emozionante vederla dialogare con persone a lei estranee. Durante l’incontro con la classe elementare cercavo di punzecchiarla perché si è manifestata particolarmente chiusa. Forse perché le domande, un po’ generiche, non sono riuscite a coinvolgerla.

Però anche in quel primo incontro qualcosa è successo.

Dopo la proiezione del cartone “Il Pentolino di Antonino” (https://www.youtube.com/watch?v=OHBh0pLdhdQ) ha dichiarato che le sarebbe piaciuto essere diversa, ma non ha specificato come, anche se posso e possiamo intuire che si riferisse alla Sindrome di Down.

Di spalle Chiara gioca con i suoi nuovi amici

Ancora meglio è andata con i più grandicelli

Il secondo incontro è stato molto più coinvolgente, a mio avviso perché di fronte si è trovata uditori più maturi. Manolo Cattari ha fatto sì che gli alunni si mettessero nei panni di una persona con disturbi cognitivi. E lei si è sentita parte di loro.

Come hanno reagito ?

Sono stati molto carini nei suoi confronti perché hanno percepito che lei fosse una campionessa, capace di un’impresa sportiva a cui loro volentieri aspirerebbero. E quindi hanno manifestato tanta curiosità formulando domande molto specifiche. Tipo cosa si prova quando si corre, quando si vince.

E lei cosa ha risposto?

Ha spiegato le motivazioni del perché lei praticasse l’atletica, specificando che questa disciplina è la sua ragione di vita. Le giornate sono occupate dal forte interesse per la corsa. Allenarsi e disputare competizioni la rende felice e libera, l’allontana dalla depressione. I suoi obiettivi sono di restare concentrata e di migliorarsi in continuazione. Ha anche evidenziato come sia stato essenziale il supporto costante dei genitori nel suo percorso sportivo.

Un giudizio su Agitamus?

Sono rimasta molto entusiasta del lavoro che Manolo Cattari ha svolto con le classi. Siamo lusingate di aver fatto parte di questo progetto come testimonial per la disabilità intellettiva. A me questa esperienza ha arricchito tantissimo. Allo stesso modo penso che lo sia stata anche per Chiara. Ritengo che sia un progetto da espandere in più istituti scolastici perché si entra a scuola in punta di piedi. In men che non si dica i pensieri dei ragazzi vengono stravolti grazie alla possibilità concessagli di mettersi nei panni dell’altro. Complimenti a Manolo che si è rivelata persona eccezionale. Sono lieta di aver avuto la possibilità di conoscerlo e di vederlo all’opera. In pochissimo tempo a disposizione è riuscito a tirar fuori dagli alunni qualcosa di molto speciale.

a dx Chiara Statzu e Katia Pilia posano con la classe del Porcu-Satta

DANIEL DEL TENNISTAVOLO CONFERMA L’UTILITA’ DI QUESTE SITUAZIONI CON I PICCOLI SCOLARI

A Santulussurgiu lasciò senza parole i suoi nuovi giovanissimi amici, stupiti che arrivasse da Cagliari con la sua auto. Per il pongista in carrozzina del Tennistavolo Quartu Daniel Catalin Maris, sia l’avventura nel Montiferru, sia quella di Quartu è stata molto emozionante perché i bambini si sono aperti con lui.

“Penso che Manolo abbia sviluppato un lavoro molto bello – ha ammesso Daniel- sfruttando molto bene il messaggio che i disegni animati proiettati riservavano ai destinatari. Pure io sono rimasto particolarmente colpito di come siano in grado di spiegare tutti quei meccanismi bloccanti che persone come me possono avere per via della disabilità. E Manolo è stato bravo anche nel saper introdurmi nella classe utilizzando le parole più corrette”.

Arriva il momento del tennistavolo

Cosa ricordi di quei momenti?

Inizialmente sia io, sia i ragazzi eravamo abbastanza agitati, poi le tensioni si sono sciolte da entrambe le parti ed è stato molto bello giocare con loro a tennistavolo. Ad un certo punto l’entusiasmo era talmente alle stelle che si faceva fatica a tenerli.

Daniel Maris con gli studenti delle medie del Porcu-Satta

Non avete solo giocato..

Con piacere ho raccontato le vicende che hanno riguardato una parte della mia vita. Ho constatato come abbiano suscitato un cambiamento in loro. Ho captato maggiore sensibilità relazionata ai problemi delle barriere architettoniche. Poi man mano che si andava avanti ho parlato con più consapevolezza. I miei pensieri sono diventati via via più profondi al punto che neppure io, prima di allora, ero mai riuscito ad elaborare intimamente. Gli alunni mi hanno aiutato a scavare nei miei sentimenti per tirar fuori nuove considerazioni sulla mia condizione.


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Domande imbarazzanti?

Erano talmente inaspettate ma formulate in maniera molto spontanea che pure io, prima di rispondere, ho avuto prolungate pause di riflessione per trovare le risposte più adeguate. Ad un certo punto mi hanno chiesto cosa avrei fatto se oggi camminassi, se sarei comunque un giocatore di tennistavolo. E francamente un quesito simile non me lo ero mai posto.

E poi ci sono state domande molto più specifiche sulla disciplina del tennistavolo, su come faccio a gestire una gara anche con un avversario che sta in piedi.


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In definitiva cosa dire di Agitamus?

E’ un progetto splendido, gestito sapientemente da Manolo che riesce a trovare i ritmi giusti per introdurre le problematiche suscitando un netto cambiamento nei bambini in quella che era la loro visione della vita. E il nuovo messaggio recepito li accompagnerà negli anni futuri. Bisogna continuare a farlo perché insegna tante cose.

E’ possibile seguire le attività del Cip Sardegna nella rinnovata pagina Facebook e sul sito web ufficiale www.cipsardegna.org

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