Radio Alter on the Road Communications ha incontrato a Barcellona, in Catalunya, Leonardo Gabriel Fernández un componente della band argentina Che Sudaka, una delle band più famose al mondo nell’ambito della musica “mestiza”. Conversare con lui su questo movimento musicale mondiale è stato per noi allargare e superare anche quei confini e frontiere mentali che le nostre paure umane elevano a muri difensivi.

Leo questa esperienza della “ Rockola Insert Coin” ( Jukebox Inserire una moneta), perché nacque?

Nacque un poco per casualità perché avevo una pagina facebook aperta, ma non sapevo il perché l’avessi, dato che non ho il telefono con internet. Un giorno capitò di postare una canzone nella mia pagina, cioè decisi a partire da quel momento di postare un brano che mi piacesse e così per chi gradisse ciò poteva rispondere a sua volta con un brano preferito. Inserivo un link di youtube e le persone potevano rispondermi con un altro link, con un jukebox virtuale. In seguito la gente iniziò a rispondere con canzoni. Con venti e venticinque il primo giorno, così la notte dissi a me stesso, bene ne posteremo uno al giorno. Jukebox chiuso, jukebox nuovo. E così via. Si compiono già da quel momento duemila cinque giorni in cinque anni e mezzo. Ma con questa dinamica. Così è iniziato in una comunità mondiale attraverso facebook questa relazione del connettersi . Le persone iniziarono anche a conoscersi e a venire ai concerti dei “Che Sudaka”, in Francia, in Germania, ad accompagnarci qui e lì, diventando nostri amici. Un cosa molto bella, da ogni parte del mondo, Messico, Colombia, ecc. Alla base di ciò nacque infine l’idea , posto che c’erano molti gruppi musicali che partecipavano, di fare una compilation.

Ci sono molte contestazioni sulla globalizzazione economica. Ma tu hai utilizzato un canale, un mezzo della globalizzazione, in questo caso quello di facebook. Non ti sembra che sia una contraddizione?

Per niente. Perché sarebbe come affermare che qualcuno che va a portare delle medicine da un luogo ad un altro staia utilizzando benzina per trasportarle. Ossia che bisogna utilizzare i mezzi per raggiungere i fini. No? Già ci siamo dentro. Io crebbi nel capitalismo, vivo nel capitalismo, ma l’altro giorno ascoltai qualcosa di molto interessante dei popoli Quechua del Perù. Stanno dando a conoscere un poco della loro filosofia perché i loro antenati gli dissero, gli ordinarono che questo era il tempo di unire il pianeta con la loro saggezza, e questo giorno sarà il giorno dove il Condor del Sud volerà insieme all’Aquila del Nord. Il tempo per me è questo giustamente, perché con tutti gli incontri che ci sono adesso, nel Nord , Sud, Est ed Ovest, oggi giorno abbiamo la possibilità di utilizzare il potere del pianeta intero solamente pigiando un bottone.

Allora non esistono limiti e centri geografici. Tutti siamo centri geografici di questa situazione che tu hai creato musicalmente?

Fortunatamente io con i Che Sudaka abbiamo viaggiato e suonato in quaranta sei paesi. Giammai vidi una frontiera. Non la vidi. Questa è un’invenzione. Ti dicono che esiste. Lo credi e c’è. Ma se la osservi da un modo più fisico questo limite non esiste. Il limite è il limite mentale delle persone che credono che il negro è cattivo, o il cinese è assassino, l’italiano fascista, o l’argentino parla troppo come psicologo o dentista.

Allora ognuno di noi si crea un’idea di limiti e confini delle situazioni geografiche? È un’idea che aquisiamo da quando siamo bambini?

Non da quando siamo bambini, da quando siamo all’asilo e unificano i nostri pensieri. Perchè tu immaginati cha a me mi raccontarono che nacqui in un paese chiamato Argentina, che ha duecento anni di storia soltanto. In duecento anni non credo si possa generare qualcosa che ci unisca tutti rapidamente, se la vediamo da questo lato. Adesso se ci vediamo e basiamo che siamo esseri umani all’interno di una società, forse si che possiamo incontare delle similitudini e seguitare ad andare avanti. Non dicendo sinistra, destra, sopra e sotto. Il re continua ad essere il re, e colui che paga le tasse continua ad essere quello che paga le imposte. Ciò che cambia è la mappa geografica e niente più. Noi esseri umani continuamo a fare esattamente lo stesso che si fa da migliaia di anni.

Cosa significa che l’unico che cambia è la mappa geografica?

 

 

Che, per esempio, te lo rappresento nel ventesimo secolo, che abbiamo appena lasciato, se tu dici a qualcuno che nacque in Yugoslavia che era croato o serbo, e che il serbo è il suo nemico, quando era il suo vicino, non ha senso, e ti parlo di molto vicino. A un sardo stesso che gli dici che non appartiene più a ll’Italia domani, o a un catalano che non appartiene alla Spagna, non ha senso affermo, al momento dell’umanità. Lo affermo come umano e non come lider di nessuna idea. Perchè giustamente il problema sono le idee. Come unificheremo le idee se tutti siamo individui? Ognuno deve apportare un qualcosa. Ma non c’è bisogno di urlare più forte ripsetto all’altro per apportare un qualcosa. C’è da spettare il momento e sommare in ogni caso con armonia, non dal punto di vista di chi urla più forte.

Tu mi stavi raccontando di come nacque il nome Che Sudaka. Mi puoi ripetere questo concetto?

La parola “Che” deriva dalla lingua Mapuche Mapudungu e significa “gente”. Mapu vuol dire terra e Che gente. I Mapuches sono “gente della terra”. Noi prendemmo il Che dai Mapuches e poi utilazzammo la parola, un termine che c’è qui in Spagna, “Sudaka” che si utilizzava e a volte ancora si utilizza per discriminare ai sudamericani. Cos’ di modo ironico noi ci denominammo Gente Sudaka.

Voi oggi siete una delle band più famose in Europa per il genere di musica che state facendo. Avete viaggiato moltissimo, avete un grande pubblico che inoltre ascolta la musica dei Che Sudaka. Ti rendi conto che state vivendo come uomini di questo tempo in un periodo europeo molto particolare? Avete viaggiato dall’Argentina, avete vissuto la dittatura argentina e adesso qui sta ritornando una forma di destra economica e sociale, e vivendo un cambiamento politico come la ribellione catalana. Come lo state vivendo questo tempo in Europa?

Vediamo, sempre per il rispetto e l’opinione dell’individuo, da noi occhi le frontiere non esistono. Qualsiasi bandiera è un simbolo di una setta. Qualsiasi tu mi dica.

Come cantano gli SKA-P, “non bandiere”, “non frontiere” …

Te lo spego in modo chiaro. Una bandiera rappresenta una setta. Setta da settore io dico. Quello di un partito politico, o di una squadra di calcio, quello che tu vuoi divide l’essere umano. Noi siamo totalmente in una posizione opposta. Che sia anche una posizione metafisica. Ti direi che l’essere umano è settanta per cento acqua, tutti, e che l’acqua deve stare unita. Guarda un oceano e te ne rendi conto. Che fa una goccia di acqua pendendo da noi ¿ Per beneficio di chi? A chi fa bene basarlo in questa forma? Così banale, no? Per guadagnare cosa? Per pagare meno tasse? Ma nena che si pagherebbero meno tasse. Già è stato dimostrato. La dittatura … la dittatura militare è orribile. Ma la dittatura non militare è uguale o peggiore perchè ti fanno credere di no. Se tu credi di votare un lider … Facundo Cabral diceva qualcosa di molto interessante. Diceva che la differenza tra l’uomo e il cittadino è che l’uomo non ha prezzo, mentre il cittadino vale un voto.

Interessante.

Noi preferiamo cercare l’uomo.

Ti faccio una domanda che sempre faccio a tutti gli artisti. Giunge un’astronave. Ci sono gli extraterrestri. Devi spiegargli che cosa è la musica. Cosa gli dici ad un extraterrestre che non sa nienete della musica?

Credo che la musica non si speghi. Si fa. Tutto è musica. Assolutamente tutto l’universo è musica. Tutto ha un suono, assolutamente tutto. Qualche cosa no la percepiamo, altra si, allora non c’è modo di spiegarlo se non è semplicemente facendo musica, o con lo stesso silenzio. Anche nella musica esiste il silenzio .

Prossimo progetto dei Che Sudaka?

Stiamo sempre facendo un qualcosa per tutto il tempo e il progetto è un poco questo, di alzarci nel fare ogni giorno un qualcosa, e siamo molto uniti in questo momento. La vita ci ha posto certe difficoltà familiari e di salute, e ci ha insegnato a renderci conto che la sofferenza è una scelta.

Dici che la sofferenza ha un suo valore?

È una scelta. Tu puoi scegliere di soffrire o no. Noi abbiamo scelto di non soffrire, di fare e vivere. In questo percorso ci rendemmo conto che l’altro giorno parlando tra noi “uy vediamo che cosa abbiamo registrato” e avevamo come venti canzoni registrate, già che stiamo lavorando al disco nuovo ma, dato che abbiamo una studio e ci unimmo nello stare tra noi a bere mate, già abbiamo un disco finito senza rendercene conto, all’interno di tutti questi problemi. Allora tutto lo vediamo in modo positivo o così realista proprio perchè è un momento unico. Stare tranquilli in famiglia con calma e voglia di stare uniti per sempre. No solo perchè dipensa se c’è lavoro, suonando o non suonando musica. Noi siamo gente che ha deciso di vivere insieme e staremo insiemo se potremo. Immaginati che ci siamo incontarti per casualità in questo pianeta con tutti i milioni di esseri umani. Ci incontrammo, ci siamo piaciuti e qui stiamo. È molto bello quello che ci sta capitando. Il progetto è questo continuare proseguendo fino all’ultimo giorno, se si può, con allegria.

Un’ultima domanda. Tu vieni da un paese dove i grandi scrittori e grandi artisti hanno scritto sui sogni. Tu Leonardo hai un sogno? Manu Chao dice che i sogni vanno condivisi con gli altri. Che sogni vuoi tu condividere? O i sogni sono segreti?

No sono sogni quando dormo. Quando mi sveglio vivo. In ogni caso quello che più desidero è stare sveglio il maggior tempo possibile, perchè vado a morire, ossia, mi dissero così quando giunsi qui. Tu hai un giorno che te ne andrai. No ti diremo quando ma te ne andrai. E questo giorno voglio godermelo.

Pensi che ci sia un’altra vita dopo che lasciamo il corpo, o ci sono altre entità e dimensioni?

Non credo che sia una domanda alla quale debba rispondere io perchè sto vivendo questa e ho il passaggio per questa. Sicuro che viene da qualche lato e sicuro che va ad altro lato, ma a me mi corrisponde vivere questo adesso.

Quello di fare musica sempre

In questo momento ci incontrammo per fare questo che ci da molte soddisfazioni. E questo è un modo della vita che vogliamo dimostrare è stare uniti. Male non va per il momento. Dal momento credo che si sta conseguendo un qualcosa.

 

 

 

 

 

.

Print Friendly, PDF & Email