James Senese classe 1945, figlio di Anna e di James Smith, un soldato americano di colore del North Carolina, è ritenuto uno degli artisti più importanti del Neapolitan Sound, fusione di jazz, blues , funk e tradizione napoletana, è tra i fondatori nel 1975 della band Napoli Centrale. L’amore per la musica di Miles Davis , per i Weather Report, Wayne Shorter e Joe Zawinul, e tanti altri, ispirano l’artista napoletano a ricercare nuove sonorità ed incontri con il linguaggio musicale della tradizione napoletana portando la band a diventare una peculiarità unica nel panorama della musica internazionale. Un giovanissimo Pino Daniele vedrà in seguito l’appartenenza a questo collettivo di musicisti e amici che fonderanno quella scena unica in Italia e riconosciuta in tutto il mondo del jazz. La formazione attuale che vede James Senese al sax si avvale alle tastiere di Ernesto Vitolo, alla batteria di Agostino Marangolo e al basso Gigi De Rienzo.

James in questo periodo abbiamo visto Enzo Avitabile con la pubblicazione dei suoi libri, la sua docenza ed insegnamento trasmettere non solo la sua esperienza della musica napoletana ma anche vie di ricerca e nuovi sodalizi di sperimentazione artistica per nuovi progetti. Tony Esposito prosegue il suo percorso artistico musicale e pittorico con la sua nuova band. Ma questo lavoro che avete fatto per Pino Daniele tutti insieme in viaggio con questo treno, bus, per Napoli che ripercorreva un determinato viaggio, cosa invece ci porta e ci comunica oggi James Senese di  questa sua esperienza?

Riparto e parto da quella dimensione che mi porto dietro da tanti anni, quella da dove tutti hanno attinto. Da questa mia fusione particolare, e dalla quale sono passati, e con i quali hanno collaborato, tutti i nostri amici musicisti, da Pino Daniele a tutti gli altri.

C’è un ricordo particolare, anche quando eravate con Napoli Centrale che Pino Daniele vi ha lasciato?

Noi siamo ancora Napoli Centrale e questo è importante ricordarlo. Un ricordo particolare non c’è, nel senso che eravamo un tutt’uno. Voglio ricordare che Pino ha fatto parte di Napoli Centrale per due anni e più. Quando ci siamo lasciati effettivamente non ci siamo lasciati in realtà perché abbiamo continuato con lui e con i suoi successi fino ad arrivare agli ultimi album. Napoli Centrale non si è mai fermata. Napoli Centrale è il centro ed il fulcro, in parte, di tutta la musica napoletana. Voglio specificare che tutto quello che c’è attorno a noi ben venga, ma è sempre da Napoli che parte un qualcosa di particolare importanza a livello di sentimento artistico musicale.

Si questa è una caratteristica che ha Napoli. Ricordo i “99 Posse” che hanno rivoluzionato il genere in Italia. Napoli Centrali stesso siete stati un apporto fondamentale per il jazz italiano . Siete una pietra miliare della musica italiana. Perché questa Napoli ogni volta ci offre un qualcosa?

Ma perché Napoli ha visto passare tra le sue strade molteplici etnie. Specialmente nel dopo guerra gli americani sono stati dominanti. Guarda me. Napoli è una città particolare. Ha molte contraddizioni, ma è anche una città che ha molto amore. Ha una cultura e più culture variegate e particolari. Diciamo che è “casareccia” se vuoi. Ma è un sentire queste culture dell’aiuto reciproco. Ci si aiuta tutti. C’è ancora molta solidarietà e aiuto reciproco e da qui nascono e si sviluppano i nostri successi artistici.

In un mondo sonoro e musicale dove la tecnologia fa da padrona, dove l’elettronica impera e dove i dj sono diventati delle stars , come ad esempio anche la frase il “dj che suona”, oggi cosa significa e che differenzia il fatto che delle macchine si approprino del lavoro manuale dell’artista che ha con lo strumento?

Ma questo è un gioco! Io penso che chi non sa fare niente cerca di fare qualche cosa. In questo caso parliamo dei dj e di tutti quelli che usano quegli strumenti meccanicamente senza un progetto artistico musicale vero e proprio, ma la musica non la possono dominare. La musica contemporanea pop che ha più di cinquanta anni, mentre quella americana centinaia di anni  e più, non fanno che  mostrare  un passaggio della manipolazione che i dj attuali possono fare. Prima o poi queste figure spariranno ma la musica proseguirà e si evolverà nel suo percorso.

James Napoli Centrale ha vissuto gli anni settanta dell’impegno anche sociale e politico in un periodo in cui anche l’impegno dei cantautori era profondo e di ricerca. Adesso sembra che si sia perso quel senso di unità e di solidarietà e di partecipazione alle lotte civili.

Questo è il sistema che è cambiato e non c’è più quella voglia di cercare te stesso. All’epoca anche i cantautori di quelle epoche sono rimasti con le proprie personalità. Sarà molto difficile nel futuro musicale vedere emergere dei geni del cantautorato. Ma questo non vale solo per la musica, ma per tutto. Tutto è un po’ difficile perché noi all’epoca cercavamo la “nostra terra”. Venivamo tutti dalla provincia del sud, verso una terra promessa che non avevamo mai visto e volevamo costruire un qualcosa. Oggi c’è un benessere, un surplus che vuoi o non vuoi ti da tutto e subito. Questo tutto e subito non ti permette di cercare te stesso. Non ti fa vedere dove sono i sentimenti veri e perciò sarà difficile che possano nascere ancora degli autori e dei musicisti del calibro dell’epoca passata.

Proprio perché hai vissuto quei periodi di impegno e solidarietà sembra esserci speranza posto che Boyan Slat che ha fondato la “Ocean Cleanup”, un ragazzo olandese di circa 24 anni, che ha ideato un meccanismo per pulire gli oceani dalla plastica, oggi si sta impegnando per il pianeta. C’è una speranza che questa gioventù si appropri di questo pianeta in modo rispettoso posto che lo stiamo devastando e divorando?

Sono discorsi molto impegnativi e difficili. Quando io invece parlo di cercare te stesso, voglio esprimere la ricerca di un pensiero oltre, oltre la vita. Noi non sappiamo chi siamo. Il problema è che noi non sappiamo chi siamo. Ci sarà sicuramente qualcuno che riuscirà a rompere queste barriere e allora vedremo la verità qual è veramente. Fino adesso non la sappiamo. Sappiamo qualcosa guardando il cielo o questo o altro, ma non conosciamo niente. C’è guerra dappertutto e noi ci siamo abituati al tutto, ma la verità e le verità non le conosciamo. La verità di noi stessi non viene ancora fuori. Noi chi siamo? Il problema è questo: chi siamo? Aspettiamo!

E l’arte? L’arte può salvare il mondo? La musica può aiutare?

In parte già lo ha salvato, perché senza musica saremo tutti distrutti. La musica ci ha distolto e ci ha fatto deviare su altre strade. Sarebbe stato veramente drammatico la vita senza la musica. La musica è dominante nell’esistenza umana ma non è la totalità. Ha una forza dominante per chi ne vuole uscire fuori , ma se noi pensiamo invece a chi vuole ricercare la verità , tutti vedono allo stesso modo, si vede alla stessa maniera, facciamo e compiamo azioni simili, ci alziamo alle sei del mattino per andare a lavorare, ecc., ma la vita non è questa. Se tu cerchi la vita non è questa.

C’è un sogno e un progetto di James Senese?

Il disco “stà aspettando u’tiempo,no?” Stiamo aspettando il tempo. Questo è!. Aspettiamo il tempo!

Il tempo è importante?

Si il tempo è importante. Più veloce andiamo e più capiremo dove siamo.

Presentazione del concerto:

“Ogni tanto da me … ogni tanto? Più spesso, insomma, viene mio fratello Pino e si siede a “coppa e la poltrona” (qualcuno ride tra il pubblico e James Senese risponde) … E no “ridé” se siede accanto a me e lo vedo. Sembra ‘na barzelletta ma lo vedo. Dovete credere alla vita che ci aspetta. Noi siamo fatti di energia. Noi ‘sta pelle che tenemmo a core, ogni tanto ci ha da mettere unu poco ‘e crema o altre cose, me dall’altra parte no se mette niente chiù. Nun ce stanno manco i soldi. Non c’è niente.  Se dorme,  se mangia e se beve e basta. E si prega il Signore. Pino è volato via e me dice James cantamme “Chi tene’o mare”! …. Il concerto si apre con le note magiche del sax di James ….

 

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